Esperto della NASA: perché nessun astronauta ha mai lasciato l’atmosfera terrestre?

Oggi ci addentriamo in un’affermazione sorprendente: “nessun astronauta ha mai lasciato l’atmosfera terrestre“. Questa idea, che potrebbe sembrare irragionevole a prima vista, si basa su argomentazioni scientifiche fondamentali, essenziali per capire come l’atmosfera e lo spazio interagiscano. Analizzeremo gli strati atmosferici e quel delicato confine con il cosmo, attingendo a studi fondamentali condotti da esperti come Doug Rowland della NASA, che ci aiuteranno a chiarire come queste definizioni impattino la nostra comprensione dei viaggi nello spazio.
L’atmosfera terrestre è composta da diversi strati distintivi: troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera ed esosfera. La troposfera, dove avvengono la maggior parte dei fenomeni atmosferici, si innalza fino a circa 12 chilometri sopra la superficie. La stratosfera, nota per la sua importante fascia di ozono, arriva fino a 50 chilometri, mentre la mesosfera si estende fino a 85 chilometri. La termosfera, in cui orbitano la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e altri veicoli spaziali, può raggiungere altezze di 600 chilometri, mentre l’esosfera si fonde gradualmente con il vuoto dello spazio.
L’atmosfera terrestre: cosa significa uscire dallo spazio?
Cosa intendiamo per “spazio”? La risposta può variare in base a fattori come la densità dell’aria e la forza di gravità. Doug Rowland esperto di eliofisica della NASA ha spiegato in un video che anche a quote elevate, come quelle della ISS, gli astronauti sono ancora circondati dall’atmosfera. In effetti, “l’aria continua a salire, diventando sempre meno densa man mano che ci allontaniamo dalla superficie”.
Quando si tratta di viaggi nello spazio, è fondamentale considerare la resistenza atmosferica, che costringe i progettisti di veicoli spaziali a prendere in considerazione come affrontare le elevate temperature generate dall’attrito durante il rientro nell’atmosfera. Pertanto, avere un’idea chiara di cosa significhi “uscire dall’atmosfera terrestre” è cruciale per evitare confusione e malintesi.
Come si definisce il confine dell’atmosfera?
Fattori che influiscono sulla definizione
Stabilire dove finisce l’atmosfera e dove inizia il cosmo è una questione complessa. Sono diversi i fattori in gioco, inclusi trattati internazionali e convenzioni scientifiche che definiscono questo limite. Ad esempio, la linea di Kármán è considerata il confine universale, ma non esiste un confine netto e definito. Questa questione è regolata da accordi internazionali che delineano l’uso dello spazio, rendendo essenziale la comprensione delle interazioni tra atmosfera e spazialità.
Ricerche condotte dall’osservatorio Solar and Heliospheric Observatory (SOHO) hanno rivelato che la geocorona, una nube di atomi di idrogeno, si estende ben oltre 391.000 miglia nel cosmo. Come afferma Igor Baliukin, ricercatore dell’Istituto Russo di Ricerca Spaziale, anche quando gli astronauti si trovano sulla Luna, sono ancora parzialmente all’interno della nostra atmosfera.
La geocorona e la sua espansione
La geocorona merita un’attenzione speciale, poiché rappresenta un elemento affascinante della nostra atmosfera. Essa è composta da una nube di atomi di idrogeno che si estende oltre l’orbita della Luna. Questo fatto può cambiare le nostre percezioni, dimostrando quanto l’atmosfera terrestre si intrecci con il cosmo.
L’Importanza della geocorona
Le ricerche sulla geocorona non si limitano a un esercizio accademico: offrono spunti significativi per capire come l’atmosfera influenzi il vento solare e il clima spaziale. Le missioni spaziali della NASA verso Marte, per esempio, devono considerare attentamente queste interazioni atmosferiche nella pianificazione dei loro percorsi e delle tecnologie di rientro.
Di solito, la maggior parte delle missioni spaziali utilizza la linea di Kármán per stabilire il confine dell’atmosfera. Tuttavia, è cruciale sottolineare che l’atmosfera terrestre non finisce all’improvviso; essa svanisce gradualmente nel vuoto dello spazio. Le scoperte scientifiche sono entusiasmanti e ci mostrano quanto sia profonda e intrecciata la relazione tra il nostro mondo e quello che si estende oltre.
Conclusione
In conclusione, l’idea che “nessun astronauta ha mai lasciato l’atmosfera terrestre” solleva questioni complesse che meritano attenzione. La scienza è in continua evoluzione e chiarisce che il confine tra atmosfera e spazio è un continuum, non una linea netta. Le ricerche di esperti come Doug Rowland e Igor Baliukin ci invitano a riconsiderare le nostre prospettive, suggerendo che ogni viaggio spaziale mantiene un legame invisibile con la nostra atmosfera. Questo articolo rappresenta solo un primo passo in un dibattito più ampio, invitando alla riflessione su cosa significhi esplorare l’universo.
Redazione
Foto anteprima:
Neil Armstrong, Credito immagine: NASA
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