La maledetta schermata blu di Windows? Colpa dei raggi cosmici

Imprecazioni irripetibili, frustrazione incolmabile, rabbia furiosa… queste sono le reazioni di noi che all’improvviso, convinti che il nostro sistema operativo sia in perfette condizioni, ci troviamo faccia a faccia con la maledetta schermata blu di Windows! La colpa? Dell’universo!!!

[ASI] Sono diventate tristemente famose le schermate blu della “morte” (conosciute come BSOD – Blue Screen Of Death), tanto diventare una caratteristica peculiare di Windows, il sistema operativa targato Microsoft.

Quante volte ci siamo ritrovati a perdere il lavoro proprio a causa di un BSOD?

Incappare in un BSOD è la cosa peggiore che possa capitare ad un utente Windows, poiché tale tipologia di crash è provocata da fattori spesso indipendenti dall’utente e dal software in uso.

Ma c’è un fattore nuovo che nessuno aveva considerato: la causa delle maledette schermate blu potrebbe venire dallo spazio profondo.

Secondo una recente ricerca, presentata nel corso del meeting annuale dell’American Association for the Advancement of Science, talvolta il ‘crash’ può essere indotto dall’interferenza tra la RAM del dispositivo e le particelle subatomiche cariche generate dai raggi cosmici provenienti dal di fuori del Sistema Solare.

La Terra è costantemente bombardata da raggi cosmici che scontrandosi con l’atmosfera generano una cascata di particelle secondarie – neutroni energicamente carichi, muoni, pioni e particelle alfa – che travolge tutto, esseri umani compresi, come un torrente subatomico.

Nonostante questo incredibile numero le particelle in arrivo non producono nessun danno alle nostre cellule ma a risentirne possono però essere i dispositivi elettronici: quando le particelle cariche raggiungono i circuiti integrati possono modificare i pacchetti di dati immagazzinati nella memoria e mandare in tilt il dispositivo.

A farne le spese non sono solo i PC equipaggiati con Wondows, ma tutti i dispositivi elettronici più comuni, come smartphone, tablet e laptop, i quali spesso manifestano misteriosi blackout. Si tratta di un enorme problema, considerando la dipendenza della nostra società dalla tecnologia.

Riconoscere questi effetti è difficilissimo e solo indagini molto approfondite posso portare a riconoscerli, esempi noti si sono registrati nel 2003, quando in Belgio un bit ‘impazzito’ assegnò ad un candidato un numero di voti impossibile in un’elezione politica, e nel 2008, quando il pilota automatico dell’Airbus 330 della Qantas decise di disattivarsi da solo, costringendo i piloti ad un’atterraggio di emergenza.

Secondo gli ultimi studi, un cellulare da 500 kilobyte di memoria può incorrere nell’errore in media una volta ogni 28 anni, un router da 25 giga è soggetto ad un’interruzione ogni 17 ore, un passeggero che voli a quota 10.000 chilometri e utilizzi un laptop con 500 kilobyte di RAM può vedere il proprio dispositivo andare in tilt una volta ogni 5 ore.

Il gruppo di ricercatori che ha preso in esame gli effetti dei raggi cosmici sui chip dei computer di 8 generazioni, inclusi gli attuali che hanno transistor grandi solo 16 nanometri: le analisi confermano che il tasso di fallimento di un’operazione indotto da un cortocircuito elettrico generato dall’interferenza di una particella proveniente dallo spazio è di 1 ogni miliardo di ore/lavoro.

Una percentuale bassissima ma preoccupante se consideriamo che ci sono miliardi di transistor nella maggior parte dei dispositivi che utilizziamo e miliardi di sistemi elettronici nella nostra vita.

Fonte: www.ilnavigatorecurioso.it

 

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