Il mistero del continente scomparso: ora sappiamo dove si trova l’Argolandia

Milioni di anni fa, un intero continente scomparve senza lasciare traccia. Questo continente, noto come Argolandia, si separò dall’Australia circa 155 milioni di anni fa e da allora è rimasto un mistero per gli scienziati. Ma ora, un nuovo studio rivela che l’Argolandia potrebbe non essere scomparsa del tutto.
La scoperta dell’Argolandia
Le divisioni continentali sono eventi geologici di grande portata che lasciano tracce indelebili nel tessuto del nostro pianeta. Queste tracce possono essere trovate in antichi fossili, rocce e catene montuose, testimonianze silenziose di un passato lontano. Ma fino ad ora, gli scienziati erano rimasti perplessi di fronte al mistero dell’Argolandia, un continente che sembrava essere scomparso senza lasciare traccia.
L’Argolandia, un continente che si separò dall’Australia circa 155 milioni di anni fa, è stato a lungo un enigma per la comunità scientifica. Nonostante gli sforzi intensivi, gli scienziati non erano riusciti a determinare dove fosse finita l’Argolandia. Questo mistero ha stimolato la curiosità e l’immaginazione di molti, alimentando teorie e ipotesi.
Ma ora, un team di ricercatori dell’Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, ha fatto una scoperta rivoluzionaria. Dopo anni di ricerche meticolose e analisi dettagliate, pensano di aver finalmente scoperto la misteriosa massa continentale. Secondo il loro studio, l’Argolandia non è affatto scomparsa. Invece, si trova nascosta sotto le isole orientali del sud-est asiatico.
Questa scoperta è il risultato di un lavoro scientifico rigoroso e di un’indagine approfondita. Gli scienziati hanno esaminato una vasta gamma di dati geologici, tra cui campioni di rocce, dati sismici e modelli geofisici. Hanno anche utilizzato tecniche avanzate di datazione radiometrica per determinare l’età delle rocce e tracciare la storia geologica dell’Argolandia.
La scoperta dell’Argolandia sotto le isole del sud-est asiatico apre nuove prospettive sulla comprensione della dinamica della crosta terrestre e della tectonica delle placche. Questa scoperta potrebbe anche avere implicazioni significative per la nostra comprensione della storia evolutiva della vita sulla Terra, poiché le divisioni continentali hanno un impatto profondo sulla biodiversità e sull’evoluzione delle specie.
La linea Wallace
La linea di Wallace è una linea immaginaria che separa dal punto di vista biologico, la regione asiatica da quella relativa all’Oceania. Questa linea prende il nome dal naturalista gallese Alfred Russel Wallace, che per primo individuò una discontinuità di tipo biologico tra gli arcipelaghi confinanti questa linea, durante i suoi viaggi nel XIX secolo nella regione. Fu descritta nel suo saggio sulla geografia dell’arcipelago malese del 1863.

Di Nessun autore leggibile automaticamente. Alberto Salguero presunto (secondo quanto affermano i diritti d’autore). – Nessuna fonte leggibile automaticamente. Presunta opera propria (secondo quanto affermano i diritti d’autore)., CC BY-SA 3.0, commons.wikimedia.org
Wallace notò l’esistenza di una discontinuità tra le specie animali a ovest e a est di questa linea; a ovest di questa le specie sono quelle comuni all’Asia, come elefanti, tigri, leopardi, rinoceronti e lemuri, a est si trovano invece quelle comuni alle isole dell’Oceania, come per esempio i marsupiali. La linea corre lungo l’arcipelago Malese, tra il Borneo e l’isola di Celebes, e nel breve tratto di mare tra le isole di Bali e Lombok (stretto di Lombok) nell’arcipelago indonesiano delle Isole della Sonda.
L’origine della diversa distribuzione di queste specie animali viene attribuita ai risultati migratori durante l’ultimo periodo glaciale, durante il quale l’abbassamento del livello marino permise la colonizzazione e una omogeneizzazione delle faune fra isole rese intercomunicanti con il continente asiatico e quello oceanico. La linea di Wallace si sviluppa lungo un tratto di mare di profondità tale da non essersi mai disseccato, nemmeno quando, durante l’ultima glaciazione, il livello delle acque si abbassò di un centinaio di metri rispetto all’attuale, agendo da barriera permanente contro il mescolamento faunistico e conservando la biodiversità fra le due regioni.
Le specie che si trovano solo dal versante asiatico includono la tigre e il rinoceronte, mentre i marsupiali e i monotremi sono presenti solo ad est della linea. La distanza tra Bali e Lombok è minima, circa 35 chilometri. La distribuzione di molte specie di uccelli rispetta questa linea, tanto che alcuni di essi rifiutano addirittura di passare questo stretto di mare. Alcune specie di pipistrelli sono distribuiti a cavallo della linea, ma le specie che non volano si trovano prevalentemente da una parte o dall’altra di questa linea.
Il viaggio dell’Argolandia
Argolandia è il nome di un ipotetico “continente perduto”, un paleocontinente che esisteva un tempo e su cui aleggia un mistero: non si sa infatti che fine abbia fatto. Separatosi dall’attuale Australia nord-occidentale circa 155 milioni di anni fa, fece disperdere le sue tracce mentre andava alla deriva verso l’attuale sud-est asiatico1.
Gli scienziati hanno ritrovato i resti di Argolandia, un continente che si pensava fosse perduto, sparsi in Indonesia, Myanmar e Sud-Est asiatico. Da molto tempo i ricercatori sanno che una massa continentale si è staccata dall’Australia prima di andare alla deriva verso il sud-est asiatico. Gli indizi sono stati trovati durante ricerche preliminari nel bacino oceanico della piana abissale nota come Argo abyssal plain, al largo della costa nord-occidentale dell’Australia1.
Il team di ricerca guidato da Eldert Advokaat, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, ha trovato frammenti di terra antica in Indonesia e Myanmar. Ma questi appezzamenti non erano abbastanza grandi per ricostituire l’antico continente di Argolandia. Gli scienziati hanno quindi continuato le loro ricerche nel sud-est asiatico per tracciare il viaggio dell’antico continente verso nord.
Qui hanno trovato altri frammenti sparsi di altre antiche terre e resti di piccoli oceani risalenti a circa 200 milioni di anni fa. «Non abbiamo perso un continente, era solo un insieme molto esteso e frammentato», spiega Advokaat. Argolandia, quindi, si è disintegrato per via delle forze tettoniche, che hanno esteso la massa continentale e l’hanno allontanata dal resto del continente australiano.
Advokaat e i suoi colleghi hanno ricostruito il viaggio del continente. Come detto, I ricercatori hanno trovato frammenti di terra antica sparsi in Indonesia e Myanmar, ma non è stato facile ricostruire Argolandia da questi frammenti. Il team ha così lavorato a ritroso, raccogliendo prove nel sud-est asiatico per ripercorrere il viaggio verso nord di Argolandia. La presenza di piccoli oceani ha permesso ad Advokaat e colleghi di dedurre che il continente si è spezzato diventando così un arcipelago, opportunamente ribattezzato Argopelago.
L’Argopelago
Partendo da questa ipotesi, hanno scoperto che l’Argolandia non era realmente scomparsa. Era sopravvissuto come un “insieme molto esteso e frammentato” sotto le isole a est dell’Indonesia. Con questo lavoro sono riusciti finalmente a riportare in vita il viaggio dell’Argoland negli ultimi 155 milioni di anni. Poiché non si tratta di una massa solida, ma piuttosto di una serie di microcontinenti separati dal fondale oceanico, Advokaat e il suo collega geologo dell’Università di Utrecht Douwe van Hinsbergen hanno coniato un nuovo termine per definire l’Argoland più precisamente: un “Argopelago”.
La fauna selvatica dell’Argolandia
La scoperta dell’Argopelago potrebbe anche aiutare gli scienziati a comprendere meglio la bizzarra linea di Wallace, una barriera invisibile che attraversa il centro dell’Indonesia e separa mammiferi, uccelli e persino le prime specie umane nelle isole del sud-est asiatico. A ovest della linea ci sono mammiferi placentari come scimmie, tigri ed elefanti, che si trovano anche nel sud-est asiatico. Ma questi sono quasi del tutto assenti a est, dove si possono trovare marsupiali e cacatua, animali tipicamente associati all’Australia.
Conclusione
Queste scoperte sono vitali per la nostra comprensione di processi come l’evoluzione della biodiversità e del clima, o per la ricerca di materie prime. Con la scoperta dell’Argopelago, gli scienziati sono un passo più vicini a risolvere il mistero del continente scomparso e a comprendere meglio la storia geologica del nostro pianeta.
Redazione
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