«Gli UFO e il nucleare, adesso il Congresso ci ascolti e indaghi»
Missili intercontinentali dotati di testate atomiche disattivati in un istante all’apparire di velivoli sconosciuti al di sopra delle basi militari. Uno stabilimento dedicato alla produzione di plutonio controllato dall’alto da un oggetto simile a una palla di fuoco. Un razzo in fase sperimentale abbattuto dai raggi luminosi di un misterioso intruso in volo. Tutti fatti sconcertanti avvenuti negli Stati Uniti e raccontati, una volta di più, da coloro che hanno assistito sgomenti e impauriti a questi fenomeni inspiegabili nei quali gli UFO si sono interfacciati con le armi nucleari americane.
Casi già noti, certo, ma che i testimoni oculari- tutti ex militari– hanno voluto ribadire in un incontro pubblico organizzato il 19 ottobre 2021 nella Sala Stampa del National Press Club, a Washington D.C., per rivolgere un appello al mondo dell’informazione- perché prenda in esame questi episodi, ne parli, li approfondisca, chieda spiegazioni – ma anche all’ Intelligence- perché cessi la censura che ha coperto, per decenni, questi e altri clamorosi incidenti. Una censura che continua tuttora, visto che l’ormai famoso rapporto preliminare sui fenomeni aerei non identificati del giugno scorso non ne ha neanche accennato. Ma loro- Robert Salas, Robert Jamison, Robert Jacobs e David Schindele– hanno chiesto ufficialmente di essere ascoltati dal Congresso perché vogliono che finalmente sia fatta luce su quanto accaduto.
Alla loro conferenza stampa, nella quale oltre a raccontare i fatti di cui sono stati protagonisti in prima persona hanno presentato anche un’ampia documentazione storica, hanno dedicato spazio varie testate online, incluso TheDebrief.org, il sito web incentrato su scienza, tecnologia e difesa. «Uno dei nostri obiettivi è informare il pubblico su vasta scala. Gli UFO sono stati visti sopra strutture nucleari e in alcuni casi hanno disabilitato le armi atomiche», ha detto Salas al giornale online. Per lui, l’ammissione dell’Ufficio del Direttore della National Intelligence in merito alla realtà del fenomeno è un fatto importante, ma è solo il primo passo di un lungo processo da portare avanti senza esitazioni. «Non avevo mai sentito un’affermazione del genere da parte di un’agenzia governativa, ma ora la questione è: il governo ci dirà tutta la verità riguardo ciò che conosciamo da decenni, ovvero almeno da 70 anni se non di più?», è la domanda che si pone.
La vicenda che ha coinvolto Robert Salas risale al marzo 1967, quando era un capitano dell’Air Force di stanza nella base aerea di Malmstrom, nel Montana. Era addetto al controllo del sito di lancio dei missili balistici intercontinentali (la sigla in inglese ICBM), alloggiati in silos super-blindati scavati sottoterra. Lui era lì, quella notte, quando ricevette la telefonata allarmata della guardia di turno che segnalava la presenza di uno strano oggetto sospeso sopra i cancelli della base. Poco dopo, nel silos sotterraneo scattò l’allarme: tutti i missili della postazione erano andati off-line, in posizione “no-go”, insomma erano bloccati, e così rimasero finché il misterioso velivolo a forma di disco non sparì. In seguito, i tecnici incaricati di comprendere il guasto simultaneo non riuscirono a trovare una spiegazione plausibile.
A rendere ancora più incredibile la vicenda, il fatto che lo stesso incidente si sarebbe ripetuto una seconda volta. Lo ha testimoniato un ex collega di Salas, Robert Jamison, anch’egli in servizio in quel periodo presso la base aerea di Malmstrom. A distanza di pochi giorni, l’allora capitano Jamison fu costretto a raggiungere di tutta fretta un altro sito di lancio perché alcuni missili nucleari a lunga gittata erano stati disabilitati senza motivo apparente. E in piena guerra fredda, non era la situazione ideale sapere che qualcosa o qualcuno aveva potuto manomettere quelle armi micidiali. Arrivato sul posto, Jamison venne messo al corrente di un fatto curioso: quella mattina lo sceriffo di Roy, un paese vicino, aveva avvistato un UFO informandone l’Air Force e proprio in quel momento gli ICBM si erano bloccati. Una situazione del genere- la segnalazione di un disco volante e poi dieci missili disattivati- appariva senza senso, ma era esattamente quanto avvenuto appena una settimana prima nella stessa base.
«Sebbene io non abbia mai visto un UFO, so che esistono perché hanno messo fuori gioco i nostri missili. E una cosa del genere non succede tutti i giorni», ha dichiarato al National Press Club l’ex capitano dell’USAF Jamison. Pochi mesi prima, a centinaia di chilometri di distanza, un altro ufficiale- David Schindele- aveva assistito ad una scena pressoché uguale. Nel settembre 1966, il giovane ufficiale era nella sala controllo degli ICBM nella base aerea di Minot (Nord Dakota) quando vide i missili nucleari venir disabilitati all’improvviso, in contemporanea con l’avvistamento di un UFO in volo stazionario sopra la struttura militare. Un episodio sul quale ha mantenuto uno stretto riserbo finché è rimasto in servizio. Oltre ad aver raccontato la sua esperienza, Schindele non ha potuto nascondere la sua frustrazione per gli scarsi risultati raggiunti dal report consegnato al Congresso.
«Non ha affrontato in modo efficace la sostanza delle preoccupazioni su UAP/UFO, come specificamente richiesto», ha detto, sottolineando che molti suoi ex colleghi che sanno del coinvolgimento degli UFO con le strutture nucleari hanno finora taciuto in virtù del giuramento che hanno prestato. «Siamo tutti orgogliosi della nostra integrità e l’Aeronautica ha fatto affidamento su di noi per questo. Tuttavia, l’Air Force non è stata onesta con il Congresso e con il pubblico americano perché continua a proclamare che gli UFO non esistono né rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. Sono stato tenuto in ostaggio di entrambe queste menzogne per circa 40 anni ed è tempo che la verità sia rivelata», le sue parole.
Altra testimonianza impressionante, in collegamento video, quella di Robert Jacobs, che negli Anni Sessanta del secolo scorso era responsabile di una unità incaricata di effettuare le riprese dei lanci compiuti dalla base Vandenberg (in California) per comprendere cosa andava storto durante i test di prova degli Atlas-D. Una volta, gli fu chiesto di montare una telecamera supplementare su un telescopio posizionato sulla cima di una montagna e filmare da lì tutte le fasi del lancio. Era il settembre 1964. Jacobs non poté vedere cosa registrava la telecamera, ma seguì a occhio nudo la traiettoria del razzo fino a quando non uscì dalla vista. Seppe in seguito che era precipitato. Due giorni dopo, fu convocato dal maggiore Florenze J. Mansmann, ai tempi ufficiale scientifico della base, per visionare il video. Nel suo ufficio c’erano anche due tipi in abiti civili. E insieme videro qualcosa di assolutamente incredibile.
«Il missile volava a circa 8000 miglia orarie. All’improvviso, nell’inquadratura notammo un oggetto arrivare dalla stessa direzione. Si avvicinò alla nostra testata, gli girò intorno e le sparò un raggio di luce sulla parte superiore». Poi un’altra rotazione e un altro raggio nella parte anteriore; e ancora, fece uno spostamento repentino per colpirla dal basso finché non sparì dall’inquadratura in un solo istante. Il tutto, ricorda l’ex ufficiale, mentre il missile viaggiava a oltre 14 mila km/h. Bersagliata da tutti quei colpi, la testata alla fine cadde. Quando i presenti gli chiesero la sua opinione, Jacobs rispose che gli sembrava un UFO e a quel punto gli fu intimato di non parlarne mai con nessuno. «Aveva la forma di un disco volante», ha detto Jacobs durante la conferenza stampa.«Quella cosa era lassù, l’ho vista, era sulla pellicola. Quell’incidente ha cambiato la mia visione del mondo, ma mi hanno ordinato di star zitto e l’ho fatto. Ho preso parte all’insabbiamento dell’Aeronautica americana durata 70 anni»
Non è stato in silenzio per sempre, però. A distanza di molti anni, tornato a vestire panni civili, l’ex militare ha iniziato a raccontare la sua esperienza. E gli è costato caro: non solo ha ricevuto varie telefonate minatorie, ma è stato anche licenziato dall’Università del Wisconsin grazie a una lettera di protesta scritta dal giornalista scientifico e noto scettico Philip Klass. Potere del mainstream, che si è accanito su chi denunciava simili fatti, non su chi li nascondeva o li negava. Che fine ha fatto il film ripreso a Vandenberg? Sparito, insieme ai due tipi (probabilmente della CIA) che avevano preso parte a quella riunione. A rendere giustizia a questi testimoni messi a tacere o pubblicamente denigrati, è stato il ricercatore Robert Hastings che ha raccolto decine di dichiarazioni tra il personale militare insieme a molti documenti declassificati nel libro “UFOs and Nukes:Extraordinary Encounters at Nuclear Weapons Sites”.
Hastings aveva intervistato anche il sottotenente della US Navy Bud Clem, pilota della squadriglia Hellcat F6F della base aerea navale di Pasco all’inizio del 1945. L’uomo ricordava un episodio a lui riferito da un collega: aveva visto una specie di palla di fuoco color arancio sospesa sopra il complesso militare di Hanford che produceva plutonio per le bombe atomiche. L’importanza delle ricerche condotte da Hastings è stata rimarcata, in un’intervista sempre rilasciata a The Debrief, anche dall’ex direttore dell’AATIP, il programma segreto sugli UFO condotto dal Pentagono, ovvero Luis Elizondo. «Eravamo al corrente della connessione nucleare», ha riconosciuto Elizondo. Tuttavia, inizialmente, chi indagava per l’AATIP non aveva avuto accesso a gran parte delle informazioni relative a quegli incidenti e di grande aiuto sono state proprio le indagini condotte dal ricercatore indipendente.«Un lavoro fantastico, il suo. Poi siamo stati in grado di convalidare esattamente quello che aveva detto tramite rapporti dei Servizi Segreti», ha detto l’ex uomo del Pentagono che parteciperà al nono Meeting Internazionale “Figli delle Stelle” organizzato il prossimo 14 novembre insieme al GAUS. Per informazioni: https://www.gaus.it/eventi/convegno-2021-arrival-disclosure-and-encounters/
Quindi, quello che ha scritto Hastings e quello che hanno raccontato i testimoni è tutto vero. Ed è arrivato il momento, dicono allora i veterani Salas, Jacobs, Jamison e Schindele, che quegli episodi ricevano la giusta attenzione e che siano finalmente spiegati. Per Jamison, è evidente che gli UFO siano molto interessati alle armi nucleari e al modo in cui possono essere utilizzate e questo fatto è per lui motivo di preoccupazione. «Il Congresso e i servizi segreti hanno la responsabilità e gli altri testimoni devono essere liberati dall’obbligo di tacere», ha detto invece David Schindele. «Suggerisco all’Ufficio del Direttore della National Intelligence di rivedere il rapporto, perché io intendo testimoniare su tutto in un’audizione al Congresso.» «È evidente che non siamo soli», ha chiosato Robert Jacobs.
Sabrina Pieragostini
Fonte: www.extremamente.it