La Spagna proibirà la caccia al lupo

Gli ambientalisti: «Storico accordo per la protezione del lupo iberico». Ma la metà della Comunità autonome e gli allevatori si oppongono

Ecologistas en Acción si è congratulata con il ministero per la transizione ecologica e la sfida demografica della Spagna (MITECO), le Comunità autonome  (CCAA) per l’approvazione, in Comisión Estatal para el Patrimonio Natural y la Biodiversidad, la maggioranza del ha votato a favore dell’inserimento del lupo iberico (Canis lupus signatus) nel Listado de Especies Silvestres en régimen de Protección Especial (LESPE) e quindi della sua protezione su tutto il territorio nazionale.

Per Ecologists in Action quella di ieri è stata una  giornata storica nella protezione del lupo: «Per la prima volta, dopo anni di mobilitazioni sociali e molte denunce da parte di organizzazioni ambientaliste, la maggior parte delle comunità autonome e il ministero per la transizione ecologica e la sfida demografica hanno deciso di avviare il processo per ottenere la protezione del lupo iberico, il che significherà che il lupo cessa di essere una specie cacciabile, che ci saranno controlli sulle misure incontrollabili che le varie CCAA hanno realizzato e che viene promossa la convivenza tra bestiame e lupo, anche con il sostegno finanziario del Ministero».

L’ONG ambientalista spagnola ricorda che «Il lupo è una specie chiave negli ecosistemi e la sua conservazione è una sfida necessaria, inseparabile dalla difesa della biodiversità iberica. Dagli anni ’70, quando il lupo iberico era molto vicino all’estinzione, il movimento ambientalista e molte organizzazioni ne hanno chiesto la protezione, denunciando la disastrosa gestione portata avanti dalle CC AA della metà settentrionale della penisola. Dopo questa importante decisione, Ecologistas en Acción esorta le CCAA a nord del Duero a smettere di uccidere i lupi fin da oggi, di non perseguire la loro caccia illegale e a collaborare con allevatrici e allevatori nel promuovere la convivenza tra lupo e bestiame, aiutandoli a evitare oppure ridurre gli attacchi dei lupi al bestiame attraverso l’uso di cani mastino, una maggiore sorveglianza del bestiame, la raccolta notturna del bestiame, il coordinamento del parto e molte altre pratiche che molti allevatori eseguono con successo».

Anche il Wwf España ha definito «storico per la protezione della biodiversità in Spagna» il risultato ottenuto nella riunione tra MITECO e le comunità autonome ed evidenzia che «Tra le altre questioni, questo passaggio segna la fine della caccia sportiva al lupo. Applaudiamo il fatto che oggi i criteri scientifici e il buonsenso abbiano prevalso per conservare e gestire una specie che è fondamentale per gli ecosistemi, dando priorità alla sua conservazione rispetto alla sua persecuzione e morte. Ci congratuliamo inoltre con il ministero per la transizione ecologica per la sua leadership in questa materia, con il quale collaboreremo insieme alle CCAA affinché questa protezione sia efficace e si rifletta nelle successive azioni e decisioni politiche e sul campo. Infine, ci rammarichiamo che la Commissione non sia stata così energica con il caso della tortora e che la decisione sulla sua rigorosa protezione sia stata rinviata».
Per il Wwf, «La maggioranza delle Comunità Autonome ha seguito i criteri della scienza, scommettendo prima di tutto  sulla conservazione di una specie e sulla convivenza e non sulla sua persecuzione. Nonostante l’opposizione di alcune Comunità autonome che hanno votato per dettare gli interessi di determinati settori e difendere un modello basato sulla caccia e sul controllo letale delle specie, la scienza e la coerenza per la gestione dei nostri ecosistemi sono state le vincitrici di questo voto».
Ma non tutti sono contenti: le CCAA con le più grandi popolazione di lupi (Castilla y León, Galizia, Asturie e Cantabria) dove vive il 95% di questi predatori, si sono fortemente opposte, il che porrà grossi problemi quando si tratterà di applicare la decisione. Anche le organizzazioni agricole e zootecniche hanno espresso il loro disaccordo. La decisione presa dalla Comisión Estatal para el Patrimonio Natural y la Biodiversidad non è vincolante. E ora il ministero la dovrà portare avanti.

El País sottolinea che «La riunione è stata molto tesa e l’accordo ha richiesto una seconda votazione dopo il pareggio nella prima». Alla fine il no alla caccia al lupo è passato con 9 voti a favore (Catalogna, Aragona, La Rioja, Estremadura, Castilla-La Mancha, Isole Canarie, Isole Baleari, Melilla e il ministero) e 8 contrari (Galizia, Asturie, Cantabria, Castilla y León, Madrid, Paesi Baschi, Andalusia e Murcia). Valencia e Navarra hanno deciso di non votare e Ceuta non ha partecipato alla riunione. Tra le CCAA che hanno votato contro, tutte tranne l’Andalusia hanno lupi sul loro territorio, anche se a Madrid e nei Paesi Baschi la presenza è molto ridotta. Nel 2017, l’ultimo anno per il quale ci sono dati sulle specie nell’ Anuario de Estadística Forestal, in Spagna sono stati abbattuti legalmente 110 lupi.

Attualmente il lupo iberico è protetto al di sotto del confine del Duero, quindi questa decisione, una volta approvata dal ministero, estenderà e uniformerà il regime di conservazione su tutto il territorio nazionale. Castilla y León, Galizia, Asturie e Cantabria hanno già espresso il loro dissenso con una dura lettera inviata al ministro Teresa Ribera.

Anche le organizzazioni agricole e zootecniche si sono ripetutamente espresse contro l’ampliamento della protezione del lupo e, a dicembre 2020, la Coordinadora de Organizaciones de Agricultores y Ganaderos aveva quantificato in quasi due milioni di euro le perdite subite per gli attacchi dei lupi nel 2019 alle mandrie di bovini nella sola Castilla y León, con 4.000 capi di bestiame uccisi. Un  danno che difficilmente può essere attribuito solo ai lupi, visto che in Spagna vivrebbero tra i 2.000 e i 2.500 lupi e che l’ultimo censimento condotto tra il 2012 e il 2014 aveva concluso che c’erano 297 branchi fertili.

Inoltre, i lupi si stanno espandendo verso sud (Sistema Central, province di Ávila e Segovia, Guadalajara e Comunidad de Madrid) e  verso nord-est, così come nelle aree delle pianure della submeseta norte. Mentre i lupi non sono presenti nella Sierra Morena, in Andalusia, una delle comunità che ha votato contro.

Già prima del voto, il consejero de Medio Ambiente di Castilla y León, Juan Carlos Suárez-Quiñones, aveva convocato una conferenza stampa per dichiarare che la sua CCAA era «radicalmengte contraria  all’approvazione definitiva della misurata» e che, d se il ministero la autorizzasse «Si tratterebbe di un attacco agli interessi generali e allo sviluppo rurale», attaccando direttamente la ministra Teresa Ribera. Secondo Suárez-Quiñones « Il lupo è attualmente gestito in modo ragionevole e ordinato», quindi non va incluso nel LESPE.

Il problema, per Suárez-Quiñones e il fronte degli anti-lupo, è che tutto si basa sul parere che il Comité Científico, l’organo scientifico consultivo del MITECO e del CCAA in materia di conservazione, ha dato in seguito di una richiesta avanzata dall’Asociación para la Conservación y Estudio del Lobo Ibérico (ASCEL) e che ha stabilito chiaramente che il lupo deve essere inserito nel Listado de Especies Silvestres en Régimen de Protección Especial per la sua importanza ecologica e per la necessità di salvaguardare e gestire il lupo come un’unica popolazione iberica, con criteri coerenti e omogenei. E’ questo parere ad aver portato al voto per la protezione del lupo su tutto il territorio nazionale e al divieto di cacciarlo per “spor”, come già avviene nei confinanti Francia e Portogallo.

Il Wwf España ribadisce che «Si tratta quindi di una decisione storica perché ci permetterà di lasciarci alle spalle un modello basato sulla persecuzione della specie, che privilegia gli interessi di determinati settori, che ha chiaramente ignorato l’ecosistema e i benefici socio-economici che il lupo porta alla società e che ha dimostrato la sua inefficacia, poiché non è stato in grado di ridurre i conflitti sociali associati ai danni al bestiame. Per anni il lupo è stato il capro espiatorio di tutti i problemi dell’allevamento estensivo, nonostante i problemi di questo importante settore si trovino nella stessa PAC, o in altri aspetti strutturali come il mancato riconoscimento nei prezzi di mercato o nell’elevata burocrazia.  Il MITECO, consapevole di questa situazione, oltre ad aver lavorato alla procedura per l’inserimento del lupo nella LESPE, ha messo a punto una bozza di Strategia Nazionale per le specie dove, vista l’importanza di rendere compatibile l’allevamento di bestiame estensivo con tutela della specie, propone lo sviluppo di una serie di misure preventive e compensative e il contributo economico necessario alla sua attuazione, che comporterà in ultima analisi il necessario impulso e sostegno per la convivenza del lupo e del bestiame estensivo».
Da mesi il Wwf España sta portando avanti la campagna  “Yo defiendo al lobo“ che evidenzia «i principali benefici ecologici e sociali che questo gioiello della fauna europea porta e che sono sconosciuti all’opinione pubblica, fungendo da dottore della natura e da regolatore delle popolazioni, oltre alle sue potenzialità di essere un motore economico per il turismo rurale». Questa campagna che rivendica il ruolo molto importante del lupo negli ecosistemi e la necessità di proteggerlo e conservarlo ha già il sostegno di oltre 25.000 persone.

Fonte: www.greenreport.it

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