Caldo record in Alaska: per la prima volta avvisi per inondazioni e ghiacciai in fuga

Registrato un caldo record in Alaska, un evento straordinario: un’ondata di calore ha spazzato via ogni record storico, spingendo i termometri oltre i 30°C . L’agenzia meteo ha dovuto emettere un’allerta inedita, con un avviso del 12 giugno successivamente rinnovato il 16 per avvisare di temperatura tra i 29°C e 31°C in zone come Tanana, Fairbanks e Fort Yukon. Ma il pericolo non è solo il caldo: il rapido scioglimento neve e ghiacciai ha trasformato fiumi e strade in canali d’acqua, creando un’emergenza idrica senza precedenti. “Questo non è un incidente” ha spiegato Brian Brettschneider del NWS. “Siamo alla prima pagina di un libro aperto sul riscaldamento globale – e il finale non promette nulla di buono”.
L’Ondata di calore che ha sconvolto l’Alaska
Mentre in Europa si godono estati miti, l’Alaska sta vivendo un’estate aliena. I termometri hanno toccato i 31°C , un valore che per un territorio abituato a inverni sotto i -40°C è un colpo di frusta. Gli avvisi del NWS sono stati inequivocabili: Fairbanks e il North Slope sono diventati zona a rischio estremo, con il fiume Kuparuk che si è trasformato da corso placido in una furia incontrollabile. Le strade delle zone basse sono state invase da fango e acqua, trasformate in canali pericolosi. L’allerta del 16 giugno non era solo una previsione – era un grido d’allarme. “Stiamo assistendo a un acceleratore climatico” ha detto un meteorologo. “L’Alaska si riscalda tre volte più in fretta del pianeta, e quest’anno è solo l’inizio”.
Ghiacciai in fuga: come il calore sta sommergendo la terraferma
Il permafrost – quel ghiaccio sepolto che regge il suolo dell’Alaska – sta cedendo. Il rapido scioglimento neve e ghiacciai ha creato un’ondata di acque che sommerge fiumi e torrenti, trasformando il North Slope , cuore geografico del ghiaccio, in una terra instabile. Il suolo, privo del suo “sostegno ghiacciato”, sprofonda come un castello di sabbia sotto le onde del mare. “Il problema non è solo l’acqua in superficie” spiega un esperto. “Sono le infiltrazioni che minano fondamenta, strade e intere comunità. Il permafrost che si scioglie è come un gigante che si sgretola, portando via la terra sotto i nostri piedi”.
Perché l’Alaska è un barometro del riscaldamento globale?
Qui, il clima non è un gioco di numeri: è una questione di vita o morte. Negli ultimi 60 anni, le temperature medie sono salite di 1,67°C , un aumento tre volte più veloce della media planetaria. Nel 2025, l’Alaska ha già superato i valori del 2024, considerato l’anno più caldo della storia. “Le nostre case sono state costruite per il freddo” racconta Brian Brettschneider, “ma non per resistere alle onde di calore. L’aria condizionata è una rarità, e le fondamenta basate sul permafrost cedono sotto il peso del cambiamento”. Questa fragilità non è solo locale: è un avvertimento globale. Se non ci adattiamo, il futuro sarà un ciclone.
Case che si sbriciolano e scelte che non si possono posticipare
Le strade di Fairbanks sono diventate una mappa di crepe, e le fondamenta delle case si sgretolano come mattoni infranti da una frana. “Non basta costruire strade più resistenti” dice un ingegnere. “Dobbiamo riconsiderare le basi stesse dell’architettura, ripensando come vivere in un mondo in cui il suolo sotto i piedi non è più sicuro”. Senza investimenti in sistemi di drenaggio e materiali adatti al permafrost in fuga, tutta la zona rischia di diventare deserta. “Stiamo assistendo a una crisi che non si è vista da millenni” conclude Brettschneider. “E se non agiamo, l’Alaska diventerà un esempio vivente di come il passato non basta a sopravvivere al futuro”.
Conclusione
Questo caldo record in Alaska non è un evento casuale: è un campanello d’allarme a tutto volume. Le inondazioni, le case che crollano, e gli avvisi del NWS sono solo i primi capitoli di una storia che coinvolge ogni angolo del pianeta. “Adattarsi non è una scelta” sintetizza Brettschneider, “è un dovere vitale”. L’Alaska, con i suoi ghiacciai che si sciogliono e le strade che si sgretolano, è la prima a pagare il prezzo del riscaldamento globale. Ma il conto finale non è solo per gli Alaskani: è per tutti noi. Il futuro è scritto in queste acque incontrollate – e la parola chiave è azione .
Redazione
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