Resti Umani di Pompei: Il Ruolo del Gesso Colato nella Creazione delle Figure

Resti Umani di Pompei, gesso colato

Contrariamente alla credenza popolare, i resti umani di Pompei non sono pietrificati. Questa affermazione può sembrare sorprendente per molti, dato che l’immagine comune dei resti di Pompei è quella di figure umane pietrificate, intrappolate nel tempo dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. In realtà, quello che vediamo sono forme create attraverso un processo di gesso colato, che ha preservato i dettagli dei corpi al momento della loro morte.

Il Mito della Pietrificazione

Il mito della pietrificazione affonda le sue radici nella percezione comune. Molte persone credono che i corpi scoperti a Pompei siano diventati pietra a causa del calore e della cenere dell’eruzione del Vesuvio. Questa immagine è stata alimentata da rappresentazioni artistiche e racconti storici.

Tuttavia, questa non è la verità. In realtà, i corpi non sono pietrificati. Sono costituiti da gesso colato. Questo processo ha avuto luogo quando i corpi in decomposizione hanno lasciato degli stampi nella cenere vulcanica. Questi stampi sono stati poi riempiti con gesso, dando forma alle figure che oggi vediamo.

Questo mito della pietrificazione, sebbene affascinante, può distorcere la nostra comprensione di ciò che è realmente accaduto a Pompei. Riconoscere la verità dietro questi resti ci aiuta a comprendere meglio la realtà della vita e della morte in questa antica città.

Il Processo di Formazione dei Resti

L’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. ha segnato un punto di svolta per la città di Pompei. La città, un tempo fiorente, fu sepolta sotto un manto di cenere e lapilli. Questo evento catastrofico ha avuto un impatto immediato e duraturo sui suoi abitanti.

I corpi delle vittime furono rapidamente coperti da questo materiale vulcanico. Questo strato di cenere e lapilli iniziò a indurirsi attorno ai corpi, formando una sorta di guscio. Questo processo ha preservato i contorni dei corpi, catturando i loro ultimi momenti di vita in modo sorprendentemente dettagliato.

Con il passare del tempo, i corpi intrappolati iniziarono a decomporre. Questo processo di decomposizione ha lasciato vuoti nello strato indurito di cenere. Questi vuoti, una volta occupati dai corpi, hanno conservato la forma esatta dei corpi al momento della loro morte.

Nel 19° secolo, quando gli archeologi iniziarono a scavare Pompei, si imbatterono in questi vuoti. Capendo che rappresentavano l’esatta posizione e forma dei corpi al momento dell’eruzione, decisero di riempirli con gesso. Versando il gesso liquido nei vuoti, riuscirono a creare modelli dettagliati dei corpi.

Questi modelli di gesso hanno dato vita alle figure che oggi associamo ai resti di Pompei. Ogni figura rappresenta una persona reale, catturata nell’atto di vivere, lavorare o cercare di fuggire dalla catastrofe. Queste figure ci offrono uno sguardo unico e commovente sulla vita e la morte in una città romana antica.

Conclusione

La scoperta che i resti umani di Pompei non sono pietrificati, ma sono costituiti da gesso colato, ci offre una nuova prospettiva sulla tragedia dell’eruzione del Vesuvio. Questa rivelazione ci ricorda che, nonostante le immagini spesso drammatiche che abbiamo di Pompei, le vittime erano persone reali, le cui vite furono interrotte in modo tragico e improvviso.

Redazione

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