Qualcosa di silenzioso e letale sta uccidendo le galassie

In tutto l’universo, le galassie ignare vengono uccise: la vita viene letteralmente risucchiata fuori da esse.

Anche se il colpevole è ancora in libertà, un team di ricercatori del Centro Internazionale per la Radio Astronomy Research (ICRAR, il suo acronimo in inglese), in Australia, sta lavorando senza sosta per risolvere il caso.

Dopo aver esaminato 11.000 galassie utilizzando la Sloan Digital Sky Survey  e i dati dall’ Arecibo Legacy Fast ALFA Survey, il team ha concluso che un processo chiamato “pressione ram” sta spazzando via il gas delle galassie , ed è più comune di quanto si pensasse.

Questo provoca una morte rapida, perché senza gas, le galassie non sono in grado di produrre più stelle.

Allora, chi è il sospettato principale di questo crimine?

La materia oscura,il materiale misterioso e invisibile che sfida la nostra rilevazione da anni.

“Durante la loro vita, le galassie possono abitare in aloni di materia oscura di dimensioni diverse, che vanno dalla massa tipica come la nostra Via Lattea sino ad aloni migliaia volte più massicci”, ha detto Toby Brown, autore principale dello studio, in una notizia stampa.

Quando le galassie passano attraverso questi aloni più grandi, intergalattico surriscaldando il plasma e rimuovendo il loro gas in questo processo di rapida azione chiamato pressione ram stripping.

La nuova ricerca suggerisce che il processo è molto comune e può succedere a piccoli e grandi gruppi galattici. [Gizmodo ]

Fonte: hypescience.com

Se ti è piaciuto l’ articolo condividilo e iscriviti alle nostre pagine Facebook “ Pianeta blu  e Beautiful exotic planet earth” ed al nostro profilo su twitter

Per l’iscrizione:passa il mouse sul tasto ti piace,aspetta due secondi si aprirà un finestrella.

Clicca sul tasto “Mi piace” e poi su “ricevi notifiche” per seguirci costantemente.

Pianetablunews lo trovi anche su google plus

Segui anche il nostro blog tramite email per non perdere altri articoli, curiosità e consigli!!

Ti è piaciuto l’articolo? condividilo anche tu sui social, clicca