Nuove immagini della caldera vulcanica dei Campi Flegrei svelano misteri geologici nascosti

Immaginate di poter sfogliare le pagine di un libro antico per leggere i segreti della Terra. Questo è esattamente ciò che è successo ai Campi Flegrei , la caldera vulcanica che, come un gigante addormentato, si staglia a pochi chilometri da Napoli. Grazie a una tecnologia rivoluzionaria, gli scienziati hanno ottenuto immagini della caldera vulcanica dei Campi Flegrei così precise da scavare fino a 20 km di profondità, rivelando un labirinto di magma, canali e giacimenti nascosti. Il team dell’INGV , in collaborazione con università come Oxford e Monaco di Baviera, ha usato la magnetotellurica per disegnare una mappa tridimensionale della struttura sotterranea. Non solo ha decifrato i battiti del vulcano, ma ha anche aperto una finestra sulla vita di oltre mezzo milione di persone che vivono ai suoi piedi. La scoperta, pubblicata su Nature Communications , è un passo fondamentale per prevedere eruzioni e trasformare il rischio in sicurezza.
La tecnologia che ha svelato i segreti della Terra
Come guardare dentro la Terra senza scavarla? Gli scienziati hanno trovato la risposta in una tecnica chiamata magnetotellurica (MT) , una sorta di “radiografia elettromagnetica” del pianeta. Funziona captando i campi elettrici e magnetici generati dalle tempeste solari, che si diffondono nel sottosuolo modificandosi a seconda dei materiali che incontrano. Il magma, per esempio, è un conduttore naturale: crea variazioni di resistività elettrica che gli strumenti rilevano come “macchie” su una cartina.
Il team ha piazzato sensori su terra e in mare, come pezzi di un puzzle gigante, per catturare dati geologici su tutto il territorio dei Campi Flegrei – compresa la parte sommersa. Il risultato? Una foto 3D che mostra zone di magma parzialmente fuso a 20 km di profondità, collegate a canali che salgono verso la superficie. Questi tunnel sono come strade segrete del vulcano, dove il magma e il gas si muovono prima di esplodere in superficie.

Immagini della caldera vulcanica dei Campi Flegrei. Correlazione tra attività sismica e anomalie di resistività elettica negli Campi Flegrei. Nel pannello (a), una carta geologica dell’area evidenzia i centri dei terremoti con punti luminosi, mentre il tratteggio nero segna i percorsi dei profili α e β utilizzati per ottenere le sezioni tridimensionali della resistività. Gli altri pannelli (b) e (c) presentano, rispettivamente, le sezioni trasversali lungo tali profili, con i nuclei sismici sovrapposti alle variazioni di resistività. Questa rappresentazione integra dati sismici e parametri elettrogeologici per mappare le connessioni tra fratture, magma e attività sismica. Fonte: INGV.
“La MT è stata la chiave di volta di questa scoperta” , spiega un ricercatore dell’INGV . “Mentre i tradizionali sistemi sismici sono come ciechi che tastano il terreno, la magnetotellurica vede in profondità, illuminando zone che prima erano nascoste tra le pieghe della crosta terrestre” . Grazie a questa tecnologia, è stato possibile integrare dati geologici, chimici e fisici in un’unica mappa, creando un ritratto completo della caldera – un ritratto che ci dice non solo come è fatto, ma anche come respira e reagisce.
Il funzionamento della magnetotellurica – Un Esempio vivido
Immaginate di immergere una bacchetta magica nel terreno e farla vibrare. La MT funziona così: non è invasiva, ma legge la Terra come un libro. I campi elettrici generati dalle tempeste solari si diffondono nel sottosuolo, e ogni materia – roccia dura, magma fuso, acqua – li modifica in modo diverso. I sensori catturano queste variazioni, e gli scienziati le traducono in immagini.
Per esempio, un canale di magma a 15 km di profondità è stato rivelato grazie a una “macchia” di bassa resistività elettrica, come una chiazza d’inchiostro su una pergamena. È come trovare un filo elettrico rotto: la corrente si devia, e tu capisci dove è il problema. Analizzando migliaia di dati, il team ha costruito una mappa 3D che mostra non solo dove si accumula il magma, ma anche come si sposta. Un esempio è un canale principale che collega la crosta profonda alla superficie, come una valvola che potrebbe scatenare un’eruzione se il magma si blocca o si espande troppo.
Questa tecnologia non è solo per scienziati: è un radar che decifra i messaggi inviati dal vulcano, traducendo i suoi “sussulti” in linguaggio comprensibile.
Quando la scienza salva vite – Il lato umano della ricerca
Di fronte a una minaccia dormiente come i Campi Flegrei , che minaccia città come Pozzuoli e Bacoli, i rilevamenti sotterranei sono più che dati. Sono strumenti vitali per proteggere vite. Prendiamo Bagnoli, dove le abitazioni sono costruite su lastre vulcaniche: se il magma sotto di esse si agita, potrebbe scatenare terremoti o emissioni tossiche. Ora, grazie a questa mappa 3D , gli scienziati sanno esattamente dove scavare, monitorare e prevenire.
Il nuovo modello non solo individua le zone a rischio, ma anche come il vulcano “respira” . Per esempio, se una camera magmatica inizia a riempirsi in fretta – come accaduto tra il 1982 e il 1984 – i sensori potrebbero segnalare un allarme. “È come ascoltare il battito cardiaco del vulcano: se accelerano, sappiamo che qualcosa non va” , spiega un vulcanologo.
Anche fenomeni “fuori dal comune” sono stati rivelati. La parte sommersa della caldera, sotto il Mar Tirreno, non è più un mistero: i movimenti del terreno lì sono collegati a processi magmatici sotto terraferma. Un terremoto nel golfo di Napoli non è solo una scossa: è una parola del vulcano che parla.
Gli istituti di monitoraggio come l’INGV stanno già integrando i dati in algoritmi intelligenti. Immaginate un sistema che, in tempo reale, correla i dati della MT con l’attività sismica e le emissioni di gas. È come avere un dottore che controlla la salute del vulcano 24/7, pronto a gridare “ERUZIONE IMMINENTE!” se i parametri oltrepassano i limiti critici.
Il futuro – modelli che prevedono il tempo del vulcano
La collaborazione tra scienziati italiani e stranieri ha creato un modello a 360 gradi: magnetotellurica, gas vulcanici, satelliti. Ora, l’obiettivo è prevedere non solo se un’eruzione accadrà, ma anche dove colpirà. Per esempio, se una camera profonda si riempie all’improvviso, il modello potrebbe segnalare un rischio di eruzione laterale – come quella del 1538, che creò il Monte Nuovo.
E non è tutto. I dati geologici dei Campi Flegrei aiutano a capire come i gas si diffondono, cosa cruciale per salvaguardare le città. Immaginate di sapere in anticipo dove il vapore tossico si riverserà, o dove le colate di lava potrebbero bloccare le strade.
Questa sinergia tra geofisica e vulcanologia è solo l’inizio. Il modello dei Campi Flegrei potrebbe diventare un esempio per calderas come quella del Yellowstone, dove le stesse domande – “Quando? Dove?” – sono ancora in attesa di risposta.
Conclusione
Le immagini della caldera vulcanica Campi Flegrei sono un arco tra millenni di attività geologica e la nostra sopravvivenza. Hanno svelato i meccanismi di un vulcano che, per millenni, ha distrutto e costruito, e ci hanno dato le chiavi per capirlo. Non sono solo curve e grafici: sono mappe della salvezza, strumenti per vivere accanto al fuoco della Terra senza bruciarsi. Questa ricerca non è solo scienza: è una promessa. Che la conoscenza possa convertire il rischio in sicurezza, e che le comunità che vivono tra i Campi Flegrei possano dormire un po’ più tranquille, sapendo che la Terra non è più un mistero, ma un libro aperto.
Per saperne di più:
- Leggi l’articolo “Il sistema magmatico della caldera fino a profondità mai esplorate in precedenza” dell’INGV
Redazione
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