ChatGPT supera Wikipedia: crescita fenomenale e i rischi dell’Intelligenza Artificiale

Grafico dinamico che mostra ChatGPT supera Wikipedia nel traffico online, evidenziando la crescita fenomenale dell'IA e i rischi per la conoscenza collaborativa

Stiamo vivendo un ribaltone digitale: ChatGPT supera Wikipedia come fonte preferita per le informazioni. Non è solo un cambio di tendenza, ma un vero e proprio terremoto culturale. Da quando è nato nel novembre 2022, il chatbot di OpenAI ha stabilito record mai visti: 100 milioni di utenti in due mesi . Ora, nel 2024, è addirittura la sesta piattaforma mondiale per traffico online, secondo Similarweb . Ma dietro queste cifre c’è una domanda che fa rizzare i capelli: cosa sta pagando Wikipedia per la rivoluzione dell’IA?

Il successo di ChatGPT è alimentato da fattori chiave: risposte istantanee, un’interfaccia semplice e la capacità di sintetizzare argomenti complessi. Tuttavia, il prezzo è alto. Il chatbot, per esempio, una volta inventò una data storica che non esisteva nemmeno nel Medioevo, rivelando come la mancanza di trasparenza possa diffondere errori. Wikipedia , costruita da 49 milioni di volontari che citano sempre le fonti, rappresenta un modello di affidabilità che l’IA non riesce a eguagliare. Un dibattito tra velocità e verità che sta riscrivendo le regole del web.

Crescita di ChatGPT e il declino di Wikipedia: i numeri che cambiano il gioco

Questo non è solo un duello tra due piattaforme: è uno specchio del conflitto tra velocità e verità, tra innovazione e etica che sta riscrivendo le regole del web. Nel 2022, ChatGPT ha scalato le classifiche del traffico online a ritmo vertiginoso, raggiungendo i 100 milioni di utenti in due mesi . Nel primo trimestre del 2024, ha superato Wikipedia , diventando la sesta piattaforma mondiale per numero di visite. Il declino della storica enciclopedia è chiaro: dal 2020, il traffico è diminuito costantemente, mentre ChatGPT ha registrato un aumento del 36% tra il quarto trimestre del 2023 e il 2024, come ha rivelato Chris Beer di GWI .

Gli studenti sono i veri campioni di questa rivoluzione. Il 49% di loro usa ChatGPT come un’arma segreta per gli esami. Perché? Per due motivi semplici ma potenti: la praticità e la facilità d’accesso. In Kenya o in Brasile , dove le biblioteche universitarie sono spesso vuote, il chatbot è diventato l’unico amico che risponde all’istante. Inoltre, la capacità di sintetizzare argomenti complessi in poche righe è un regalo per chi non ha tempo da perdere.

Ma dietro questa comodità c’è un lato oscuro. L’IA, per esempio, una volta ha inventato una data storica inesistente, rivelando come la mancanza di trasparenza possa diffondere errori. Wikipedia , invece, è costruita da 49 milioni di volontari che citano sempre le fonti, garantendo un livello di affidabilità che ChatGPT non riesce a replicare. Un abisso che non solo divide due piattaforme, ma due visioni del mondo: l’una che cerca la verità, l’altra che la velocità.

Perché gli studenti preferiscono ChatGPT?

Gli studenti sono i primi a correre dietro a ChatGPT, e non è solo per comodità. Immaginatevi: un esame a due giorni, un tema complesso, e ChatGPT che sintetizza tutto in due paragrafi. In paesi come il Kenya o il Brasile , dove le biblioteche sono spesso vuote, il chatbot è l’unica finestra sul sapere. Ma c’è un lato nascosto. Un esperimento condotto da un’università statunitense ha rivelato che il 30% delle risposte fornite da ChatGPT conteneva errori, ma solo il 15% degli studenti li notava. E qui sta il problema: l’IA accelera gli studi, ma rischia di farli diventare superficiali.

Un docente di Harvard ha definito la situazione un “paradosso”: “Gli studenti sono diventati campioni delle ricerche online, ma il loro radar per la verità è più debole che mai”. Eppure, la domanda rimane: è meglio un sistema lento ma affidabile, o uno veloce ma a rischio?

Il dilemma tra velocità e affidabilità: etica, copyright e il futuro della conoscenza

E qui scoppia la bomba: ChatGPT e le sue sorelle IA non sono nate dal nulla. Hanno imparato rubando – sì, proprio così – milioni di pagine di Wikipedia , di enciclopedie, di articoli, spesso in totale clandestinità. Un furto colossale che ha scatenato una guerra tra i guardiani della conoscenza e i padroni dell’IA.

Wikipedia , costruita su principi di collaborazione e trasparenza, combatte per sopravvivere. Il suo modello di “citazione zero tolleranza” è un contrasto diretto con l’IA, che “inghiotte” informazioni per poi rivenderle come proprie. La domanda che brucia è: fino a che punto è accettabile che le IA traggano profitto da contenuti creati da comunità di volontari?

Per rimediare, Wikipedia potrebbe modernizzarsi. Immaginate una versione “chatbot-friendly” che sintetizza gli articoli in poche righe, citando le fonti. Oppure un sistema di collaborazione con ChatGPT, dove gli utenti correggono gli errori del chatbot in tempo reale. Ma il business model di OpenAI , che gira intorno ai profitti, fa sì che un accordo equo sia quasi un miraggio.

Come Wikipedia può competere con l’IA?

Wikipedia non è condannata a scomparire, ma deve reinventarsi. Una mossa audace? Trasformarsi in un “chatbot con garanzie”. Un esempio: un pulsante “Riassunto Rapido” che riassume un articolo in tre frasi, citando le fonti. Oppure un gioco di ruolo: gli utenti correggono ChatGPT, migliorando così sia il chatbot che l’enciclopedia.

Un’altra idea è rivolgersi direttamente a OpenAI : “Se usate il nostro sapere, almeno riconoscetelo”. Questo non solo aiuterebbe i diritti d’autore, ma ricostruirebbe la fiducia degli utenti. Infine, bisogna insegnare agli studenti che “veloce non vuol dire vero”. Campagne educative potrebbero far capire che una risposta istantanea non è sempre la migliore.

Conclusione:

ChatGPT supera Wikipedia non è solo una statistica, ma una sentenza sulla strada che stiamo percorrendo. L’IA ci offre velocità e comodità, ma a un prezzo: la capacità di distinguere tra verità e illusione. Se non cambiamo rotta, l’IA diventerà il nuovo dio dell’informazione – ma un dio cieco che cancella la differenza tra verità e illusione, lasciando solo un deserto di informazioni confuse. E allora, Wikipedia non sarà solo un sito in crisi: diventerà un ricordo di come le cose potrebbero essere diverse.

Redazione

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