Blackout in Spagna e tempesta solare: un assaggio del disastro che potrebbe colpire il mondo

Il blackout in Spagna del 28 aprile 2025 ha scatenato il caos in tutta la Penisola Iberica. Per ore, milioni di persone si sono ritrovate al buio, catapultate in una realtà che sembrava uscita da un film apocalittico. Eppure, non è stato un attacco hacker né un sabotaggio: è solo un assaggio di ciò che potrebbe accadere quando il Sole decide di ribellarsi . Mentre gli esperti della NOAA e altri osservatori scientifici allarmano i governi, cresce il timore che eventi come il blackout in Spagna siano il preludio di una tempesta solare G5 , capace di paralizzare interi continenti. Dall’Evento di Carrington del 1859 al ciclo solare attuale, la storia sembra ripetersi. Ma questa volta, pagheremmo un prezzo molto più alto.
Il blackout in Spagna: un campanello d’allarme per il rischio solare
Quel lunedì 28 aprile, la Spagna si è svegliata in un incubo. Il traffico è andato in tilt quando i semafori hanno smesso di funzionare, scatenando code interminabili e incidenti a catena. Le metropolitane di Madrid e Barcellona si sono fermate, lasciando migliaia di pendolari bloccati in stazioni senza illuminazione. Negli aeroporti, voli cancellati e passeggeri senza informazioni: schermi spenti, sistemi di check-in inutilizzabili. Ma il colpo più duro è arrivato al commercio. Bar, ristoranti e negozi, impossibilitati a gestire pagamenti digitali, hanno chiuso le saracinesche per l’intera giornata.
Il settore sanitario? Lì la situazione è diventata critica. Generatori di emergenza hanno evitato il peggio, ma apparecchiature come quelle per la dialisi hanno ripreso funzione solo dopo ore di interventi tecnici. E poi c’è stata l’apoteosi del caos: centinaia di persone intrappolate negli ascensori, con squadre di soccorso costrette a lavorare a mani nude senza corrente.
Nonostante le indagini siano ancora in corso, il premier spagnolo Pedro Sánchez ha escluso sabotaggi o attacchi mirati, concentrandosi su un guasto alla rete elettrica. C’è chi sospetta, però, che a scatenare il disastro siano state le correnti indotte geomagneticamente (GIC) , fenomeni legati alle radiazioni solari. Secondo l’ENAGAS, il gestore della rete elettrica spagnola, il blackout in Spagna ha colpito soprattutto Catalogna e Aragona, dove la rete è interconnessa con quella francese. La durata? Otto-dieci ore di caos, con danni economici stimati in oltre due miliardi di euro.
E se non fosse stato un semplice guasto, ma un avvertimento del Sole? Il professor David Wallace, dell’Università del Mississippi, ha spiegato in un articolo pubblicato su The Conversation che le correnti di 100 ampere possono distruggere trasformatori, causando blackout prolungati. Lo sappiamo bene: nel 1989, una tempesta solare ha paralizzato il Quebec per nove ore. Oggi, con il ciclo solare al suo massimo, il rischio di eventi estremi cresce. E se tornasse l’Evento di Carrington , che nel 1859 ha scatenato aurore visibili fino a Roma? Oggi, sarebbero satelliti fuori uso, GPS bloccati, e reti elettriche in ginocchio.
Come le correnti indotte geomagnetiche mettono in pericolo le reti elettriche
Ecco come funzionano le GIC (correnti indotte geomagneticamente): quando una tempesta solare colpisce la magnetosfera terrestre, il vento solare genera correnti elettriche che scorrono lungo cavi e trasformatori. Il risultato? Un surriscaldamento lento ma inesorabile, che può ridurre la vita utile di un trasformatore o distruggerlo del tutto. Il Canada lo sa bene: nel 1989, intere città sono rimaste al buio per colpa di queste correnti.
Ma non è solo un problema tecnico: sono i sistemi di protezione a tradirci. Le GIC possono generare falsi segnali che attivano interruttori automatici, amplificando il blackout. E le infrastrutture critiche come ospedali e centrali nucleari? Diventano fragili come vetri. In Spagna, l’attivazione dei generatori d’emergenza suggerisce che qualcosa abbia compromesso la rete principale. Secondo la NOAA, l’unica difesa è schermare i trasformatori e installare dispositivi per bloccare le correnti. In Canada e Finlandia, progetti pilota hanno già testato resistori in serie. In Europa, il progetto SolarShield dell’ESA punta a creare un sistema di allerta precoce, integrando dati satellitari e modelli predittivi.
L’evento di Carrington e l’eredità delle tempeste solari storiche
Il 1 settembre 1859, Richard Carrington osservò un brillamento solare così intenso che le aurore boreali illuminarono il cielo notturno fino alle Hawaii. Ma non è stato solo uno spettacolo: i telegrafi, l’equivalente di internet del XIX secolo, si sono incendiati, mandando in tilt l’intera rete. Oggi, un evento simile scatenerebbe danni economici tra 2 e 3 trilioni di dollari solo negli USA, con GPS e internet via satellite fuori uso. E se tornasse l’Evento di Carrington o l’Evento di Miyake , 12 volte più potente? Analisi sul carbonio-14 negli anelli degli alberi mostrano che un impatto del genere oggi paralizzerebbe il mondo per mesi, con effetti a cascata su sanità, alimentazione e sicurezza.
Studi dell’Università di Cambridge simulano scenari inquietanti: sistemi finanziari bloccati, forniture idriche interrotte, e ospedali senza energia. Per prepararsi, la NASA e l’ESA stanno sviluppando tecnologie per prevedere le espulsioni di massa coronale (CME) con 48 ore di anticipo. Ma non basta: serve rinforzare le infrastrutture elettriche, installare microgrid locali, e creare una rete globale di allerta. Progetti come il “Space Weather Prediction Center” della NOAA e l’”International Space Environment Service” (ISES) sono passi avanti, ma richiedono investimenti urgenti.
Le conseguenze di un blackout globale: un medioevo tecnologico
Immagina un blackout mondiale. Le catene di approvvigionamento crollano, le fabbriche chiudono, i mercati finanziari vanno in tilt. Nel settore sanitario, farmaci non arrivano più ai pazienti, dialisi e interventi chirurgici urgenti diventano impossibili. La sicurezza? Senza comunicazioni, le forze dell’ordine sono impotenti di fronte a saccheggi e disordini.
Il blackout in Spagna ha già rivelato la fragilità sociale: code interminabili per il carburante, scaffali vuoti nei supermercati, e anziani isolati senza assistenza. Secondo l’Università di Oxford, un blackout esteso in Europa settentrionale potrebbe ridurre il PIL del 5-7% in sei mesi, con conseguenze sociali e politiche devastanti. Non è fantascienza: è un futuro che potrebbe essere il nostro presente.
Conclusione
Il blackout in Spagna del 2025 non è stato solo un incidente: è stato un avvertimento. Le reti elettriche globali sono vulnerabili, e il Sole non aspetta il nostro consenso per scatenare il caos. Dall’Evento di Carrington al carbonio-14 che ci parla di cataclismi antichi, la scienza ci grida di prepararci. Dobbiamo investire in resilienza energetica, monitoraggio spaziale e piani d’emergenza. Progetti come SolarShield e il Space Weather Prediction Center sono passi nella direzione giusta, ma richiedono finanziamenti immediati e collaborazione internazionale. Solo agendo oggi possiamo evitare di ritrovarci in un Medioevo tecnologico domani.
Redazione
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