L’evoluzione del colore della pelle in Europa: una storia sorprendente

Evoluzione del colore della pelle in Europa: nuove scoperte scientifiche

Evoluzione del colore della pelle: per secoli, si è creduto che gli europei avessero sviluppato rapidamente una pelle chiara per adattarsi a climi con minore esposizione solare. Tuttavia, recenti studi genetici hanno rivelato che la maggior parte degli europei mantenne una pelle scura fino a circa 3.000 anni fa, suggerendo un processo molto più graduale e complesso.

Scoperte recenti sulla pigmentazione europea

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista bioRxiv ha rivoluzionato ciò che sappiamo sull’evoluzione del colore della pelle in Europa. I ricercatori dell’Università di Ferrara hanno analizzato il DNA di antiche popolazioni eurasiatiche, scoprendo che la pelle chiara è diventata comune solo nel primo millennio d.C.. Per il 96% della storia degli europei, la pelle scura era la norma. Solo tra il IV e il V secolo la maggioranza della popolazione ha iniziato a mostrare tonalità più chiare. Questo significa che anche durante l’Impero romano, la pigmentazione più scura era predominante nel continente.

Questa scoperta sfida le vecchie teorie secondo cui gli europei avrebbero sviluppato rapidamente una pelle chiara per adattarsi alla minore esposizione al sole. In realtà, il processo è stato molto più lento e graduale, influenzato da mutazioni genetiche, migrazioni e cambiamenti nello stile di vita.

Evoluzione del colore della pelle in Europa: nuove scoperte scientifiche

Grafico dei cambiamenti nel colore della pelle avvenuti nel corso di decine di migliaia di anni in Eurasia, con grafici a torta per rappresentare i toni della pelle scuri, chiari e intermedi. ( bioRxiv ).

Il ruolo della genetica e delle migrazioni

Gli scienziati hanno esaminato il DNA di 348 individui vissuti tra 45.000 e 1.700 anni fa, ricostruendo l’evoluzione del colore della pelle nel tempo. Ancora 3.000 anni fa, il 63% della popolazione europea aveva la pelle scura, mentre solo l’8% mostrava una carnagione chiara.

Ma cosa ha portato a questo cambiamento? La spiegazione risiede in una combinazione di fattori genetici e ambientali. Le prime popolazioni di cacciatori-raccoglitori avevano una dieta ricca di pesce, che forniva vitamina D. Con l’avvento dell’agricoltura, però, l’alimentazione è cambiata e il corpo ha dovuto compensare, favorendo mutazioni genetiche che aumentavano l’assorbimento della luce solare attraverso una pelle più chiara.

Queste scoperte dimostrano che l’evoluzione umana non segue un percorso lineare, ma è il risultato di adattamenti graduali e incroci genetici tra popolazioni diverse. La realtà storica era molto più complessa di quanto si pensasse in passato.

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Migrazioni e interazioni genetiche

Le migrazioni umane hanno avuto un impatto fondamentale nell’evoluzione del colore della pelle. Gli esseri umani moderni iniziarono a lasciare l’Africa oltre 50.000 anni fa, portando con sé una pigmentazione scura, adatta a climi con intensa esposizione solare. Una volta in Eurasia, queste popolazioni si incrociarono con i Neanderthal, acquisendo nuove varianti genetiche che contribuirono a modificare le loro caratteristiche fisiche, tra cui il colore della pelle, degli occhi e dei capelli.

Nel Neolitico (circa 10.000 anni fa), la rivoluzione agricola e le successive ondate migratorie cambiarono drasticamente la composizione genetica dell’Europa. Gli agricoltori anatolici e, successivamente, i pastori delle steppe Yamnaya, arrivarono nel continente portando con sé varianti genetiche che favorivano una pelle più chiara. Tuttavia, per millenni la pigmentazione scura rimase dominante, soprattutto nelle regioni meridionali.

Un altro elemento chiave fu la dieta. Con il passaggio da una dieta ricca di carne e pesce a una basata su cereali, l’apporto di vitamina D diminuì. In risposta, gli individui con pelle più chiara, capaci di assorbire meglio la luce solare e produrre più vitamina D, iniziarono a essere favoriti dalla selezione naturale. Questo processo fu più rapido nelle regioni settentrionali, dove la minore esposizione solare rendeva essenziale l’adattamento.

Evoluzione del colore della pelle in Europa: nuove scoperte scientifiche

Mappa delle migrazioni umane dall’Africa al resto del pianeta, che tra le altre cose hanno portato a cambiamenti evolutivi nel colore della pelle. (Ephert/ CC BY-SA 3.0 ).

Un nuovo modo di interpretare l’evoluzione umana

Queste scoperte sfidano le vecchie teorie, secondo cui la pelle chiara si sarebbe evoluta rapidamente solo per compensare la minore esposizione al sole. L’analisi del DNA dimostra che il processo è stato graduale e complesso, con differenze significative tra le diverse aree d’Europa.

Ad esempio, gli antichi abitanti della Britannia nel Neolitico (circa 8.000 a.C.) avevano per l’85% la pelle scura. Solo tra il 3.500 e il 500 a.C., la diffusione di nuovi gruppi umani portò a un progressivo schiarimento della popolazione. In Francia, invece, il cambiamento fu più rapido, e già nel primo millennio a.C. la pelle chiara era predominante.

Questi studi evidenziano che la pigmentazione della pelle non è solo il risultato di un singolo fattore, ma dell’interazione tra genetica, migrazioni, dieta e adattamenti ambientali. Comprendere questi meccanismi aiuta a ricostruire la storia delle popolazioni antiche e il modo in cui gli esseri umani si sono adattati ai cambiamenti nel corso dei millenni.

Conclusione

La storia dell’evoluzione del colore della pelle in Europa è molto più complessa di quanto si credesse in passato. Le recenti scoperte genetiche dimostrano che la pelle chiara è un fenomeno relativamente recente, frutto di ondate migratorie, interazioni con altre popolazioni e adattamenti ambientali. Questo processo non è stato lineare, ma ha seguito un percorso fatto di incroci genetici, selezione naturale e cambiamenti culturali. Comprendere queste dinamiche non solo ci permette di riscrivere la storia dell’Europa antica, ma ci offre anche una prospettiva più ampia su come l’evoluzione umana sia stata profondamente influenzata dai movimenti delle popolazioni nel tempo.

Redazione

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