L’olio di CBD per alleviare sintomi e tremori del morbo di Parkinson
La malattia di Parkinson è la seconda malattia neuro-degenerativa più comune, dopo il morbo di Alzheimer. Associare rimedi naturali ai medicamenti comuni sta divenendo ogni giorno più comune per gli individui che provano sofferenza a causa degli esiti del morbo di Parkinson. Le ricerche sono state in grado di attestare che il CBD può attenuare i sintomi sfiancanti della patologia.
Mentre l’efficacia dei medicinali conosciuti può ridursi con il trascorrere del tempo o cessare di operare totalmente, chi usufruisce del CBD sta riscontrando notevoli benefici a lungo termine, con la conseguenza che molti malati rinunciano ad assumere solo farmaci tradizionali. Bisogna in ogni caso ricordare che i cannabinoidi non costituiscono mai un sostituto dei medicinali per nessuna infermità, tuttavia costituiscono un valevole aiuto.
Olio di CBD per alleviare i tremori provocati dal Parkinson
Esistono enormi quantità di annunci interessanti sui risultati officinali dell’olio di CBD per i pazienti che soffrono di Parkinson. Una ricerca divulgata da non molto da scienziati che operano in Brasile ha provato che il CBD ha diminuito l’agitazione e i tremori riscontrati durante un test svolto su persone dai sessantanni in su con questa patologia.
Quando si manifestano forti fremiti nelle mani e negli arti inferiori, difatti, l’olio di CBD è perfettamente in grado di bloccare gli spasmi inconsueti del corpo agendo in neanche mezzora, apportando in questa maniera benefici enormi della componente naturale.
Il sistema endocannabinoide e gli squilibri a livello di sistema digestivo sono importanti, poiché giocano un ruolo davvero cruciale nello sviluppo e nel decorso della grave malattia di Parkinson. La ricerca che si è soffermata su sostanze come il CBD, THC e THCV ha messo a punto e provato senza ombra di dubbio alcuno che la cura sintomatologica a base di sostanze ricavate dalla cannabis potrebbe essere sostanzialmente rilevante e determinante nel controllo dei sintomi del morbo di Parkinson (PD).
Studi preliminari sul funzionamento del CBD in caso di Parkinson
Ricerche precedenti a quelle brasiliane sono state svolte anche negli stati Uniti, in particolare in Louisville (Kentucky). Questi studi hanno sperimentato come il CBD abbia il potere di interagire come antagonista inverso’ su alcuni recettori encefaloidi legati a moto, apprendimento ed emozioni. Questo significa che il CBD agisce dentro ai recettori per donare risultati terapeutici che contrastano i sintomi del Parkinson
questo si occupa di istinti fisiologici come appetito, suscettibilità al dolore, indole e facoltà mnemonica. Quindi, sembra che l’assunzione di CBD sia capace di riequilibrare gli scompensi a livello celebrale.
Seppure le analisi non siano ancora concluse, il CBD si sta dimostrando pratico nella diminuzione dei tremori, e per numerosi altri disturbi: è utile ad esempio per trattare la psicosi legata alla demenza del morbo di Parkinson.
Benefici del CBD sul Parkinson: ulteriori analisi
Molteplici altri studi confermano i risultati positivi dell’uso di CBD: gli studiosi della ricerca svoltasi in Brasile avevano già osservato che vi fosse un potenziale coinvolgimento del CBD nel implementare migliorie nella capacità di vivere una vita degna nei pazienti che non presentavano comorbidità psichiatriche; un’altra ricerca svolta in Colorado è giunta alla conclusione che nella propria nazione la cannabis non era stata quasi mai impiegata, ma che chi ne aveva usufruito aveva potuto notare evidenti miglioramenti, in gran parte connessi ai sintomi non motori.
Prima di utilizzare CBD, è sempre preferibile chiedere consiglio al medico.
Altri studi resi pubblici già nel 1998 avevano già appurato portentose caratteristiche antiossidanti e neuro protettive tanto nel CBD come nel THC, soprattutto in caso di patologie neuro-degenerative, come il Parkinson. Così, il dipartimento degli USA (FDA – Food and Drug Administration) ha approvato l’uso di cannabinoidi come antiossidanti e neuro-protettori.
Mentre nel 2018 è stato rilasciato un farmaco a base di CBD per combattere due tipologie di epilessia, per il Parkinson ancora non esistono farmaci, ma la ricerca va avanti.
Nel 2017 si è scoperto che alcuni componenti della cannabis, tra cui il THC e il CBD, possono abbassare il livello di beta amiloide, ossia una proteina da cui è formata la placca tossica presente nel cervello dei malati di Alzheimer e che si trova anche in individui affetti da demenza da morbo di Parkinson.
Infine, non solo si è scoperto che il CBD possono ridurre i sintomi della malattia quando essa è già in corso, bensì potrebbero proteggere la popolazione in anticipo, prima che si sviluppino disturbi dell’apparato neurologico.
L’immagine mostra le proiezioni dopaminergiche nelle persone sane (a sinistra) e nella malattia di Parkinson (a destra). Le frecce rosse indicano l’inibizione e le frecce blu per la stimolazione della struttura bersaglio.Di Parkinson_-_Ablauf_auf_funktioneller_Ebene.svg: Johanzebinderivative work: Adert – Questo file deriva da: Parkinson – Ablauf auf funktioneller Ebene.svg:, CC BY-SA 3.0, commons.wikimedia.org