Quello che non sapete sui koala (che non sono così teneri come pensate)
I celebri mammiferi marsupiali sono tornati al centro delle cronache perché sono tra le specie più colpite dagli incendi in Australia, con un bilancio che sembra già gravissimo. E c’è chi continua ad avere le idee un po’ confuse sulle caratteristiche di questi animali, spesso creduti dolci e docili
Secondo l’Australian Koala Foundation, nel 2019 in tutto il Paese vivevano al più 80mila esemplari di koala. E dei 28mila che abitavano nel Nuovo Galles del Sud – una delle regioni più interessate dai vasti incendi delle ultime settimane – ne sarebbero già stati dispersi o uccisi circa 8mila, almeno secondo quanto stimato questa settimana dal Wwf come bilancio provvisorio. Un ennesimo durissimo colpo per una specie già considerata funzionalmente estinta, e che potrebbe scomparire del tutto entro i prossimi trent’anni.
Anche se ridotti a pochissime unità, i koala sono però animali molto chiacchierati da adulti e bambini, e sono famosi in tutto il mondo per il proprio aspetto. D’altra parte, a chi non viene in mente l’immagine di un esserino pelosetto abbracciato al tronco di un albero non appena qualcuno ne cita il nome?
Tuttavia, le sembianze apparentemente pucciose dei koala non devono trarre in inganno: se li immaginate come orsaccchiotti teneri e dolci, state sbagliando di grosso. Ecco perché, nel rispetto di una specie che merita di essere tutelata, a maggior ragione dopo i fatti drammatici che stiamo vedendo accadere dall’altra parte del mondo, abbiamo raccolto qui una serie di falsi miti su questi straordinari animali.
Partiamo dalle pignolerie: non chiamiamoli orsetti
Una delle convinzioni sbagliate più radicate, non solo in Italia, è che il koala sia strettamente imparentato con gli orsi. Non a caso, viene comunemente chiamato anche “piccolo orso” o “orsetto marsupiale”. Tuttavia, non è affatto parte della famiglia degli ursidi. Al contrario, è l’unico rappresentante oggi vivente dei marsupiali arrampicatori: secondo la classificazione scientifica, in particolare, la specie si chiama Phascolarctos cinereus e fa parte della famiglia Phascolarctidae. In quanto marsupiali, e a differenza degli orsi, crescono i propri cuccioli all’interno della tasca materna, per circa un anno e fino a che i piccoli non sono diventati autosufficienti.
I koala sono pacifici solo se lasciati indisturbati
Anche se dormono tra le 18 e le 22 ore al giorno, e limitano a pochi minuti le eventuali interazioni sociali, non sempre i koala affrontano i rapporti con i conspecifici o con gli altri animali in modo pacifico. I denti affilati e robusti, e la masticazione particolarmente forte, sono fondamentali per l’alimentazione a base di gemme e foglie di eucalipto, ma possono tornare utili anche in occasione di incontri indesiderati.
L’aggressività dei koala si manifesta soprattutto nei confronti dei cani (perché questi ultimi a volte cacciano i koala per cibarsene), ma sono stati riscontrati diversi casi di aggressione anche nei confronti di altre specie, esseri umani inclusi, quando viene percepita una minaccia per sé o per i propri cuccioli. Ha fatto notizia in tutto il mondo, nel 2014, la storia dell’australiana Mary Anne Forster, azzannata a una caviglia – probabilmente perché stava portando a spasso i propri cani – e costretta prima a liberarsi dal morso aprendo la bocca del koala con le mani, poi a farsi suturare la ferita in ospedale con 12 punti.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l’aggressività dei koala si sfoga sui maschi rivali: spesso gli inconti-scontri sono paragonati a dei match di wrestling, e sono caratterizzati da morsi alle spalle che continuano fino a quando uno dei due contendenti non ha la peggio. Il motivo scatenante il più delle volte è la territorialità (chi non vorrebbe accaparrarsi l’eucalipto migliore?), e in generale i maschi sono di indole più aggressiva delle femmine.
L’abbraccio agli alberi non è affatto romantico
Come ha chiarito un paper scientifico pubblicato nel 2014 sulla rivista Biology Letters, il motivo per cui i koala passano la maggior parte della giornata abbracciati o spalmati sugli alberi è un’esigenza fisiologica. Più che di tenerezza e dolcezza, sarebbe più opportuno parlare di pigrizia, o di ottimizzazione energetica.
Il contatto fisico con gli alberi (di solito il tronco dell’eucalipto) serve per rinfrescare il corpo, specialmente nelle giornate più calde. Gli alberi hanno infatti una temperatura di qualche grado inferiore rispetto a quella corporea, e quindi i koala riescono in questo modo a dimezzare la quantità di sudore necessaria per la termoregolazione, risparmiando oltre all’acqua anche un sacco di energia. Tutto ciò si combina poi con il lento metabolismo e con il fatto che la dieta a base di eucalipto non è particolarmente nutriente, perché richiede un grosso sforzo di masticazione e digestione. Stare fermi immobili e abbracciati a un albero, dunque, serve anche per non sprecare inutilmente energia, con il vantaggio combinato di essere a chilometro zero rispetto alle foglie che serviranno per uno dei tanti spuntini consumati nel corso della giornata.
Questa scarsa propensione all’azione è anche uno dei motivi che rendono gli atteggiamenti aggressivi così rari: quando non è strettamente necessario, la pigrizia e la necessità di preservare le energie prevalgono su tutto.
Guardando bene, somiglia più a un killer dormiente che a un peluche
Accanto alle questioni comportamentali, qualche dettaglio anatomico ulteriore potrebbe far cadere altre leggende metropolitane. Per esempio, un esemplare adulto può arrivare a 14 chilogrammi di massa (e mai meno di 5) e a 85 centimetri di lunghezza: non proprio l’animaletto ideale che si desidera stringere sotto le coperte.
Oltre alla mandibola a cui abbiamo già accennato, il koala è dotato anche di dita prensili e artigli affilati, e con una sola zampata ben assestata potrebbe facilmente squarciare la pelle di una persona. Certo, le orecchie arrotondate, enormi e pelose non incutono un gran timore, la pelliccia folta e morbida e lo sguardo non proprio minaccioso difficilmente spaventano, ma in caso di necessità i koala sanno bene come difendersi.
Niente compagnia, e niente prese in braccio
Giusto per dissuadere chi ancora desiderasse un koala domestico da coccolare, va detto che il sogno dell’orsacchiotto puccioso è da considerarsi proprio in frantumi. Anzitutto i koala sono animali tendenzialmente solitari, che accettano la compagnia altrui (ossia di altri koala) solo nella stagione dell’accoppiamento, purché si tratti di un maschio solo e di un numero piccolo di femmine. Per il resto, l’atteggiamento riservato e quasi timido ammette una sola eccezione: l’aggressività nel momento del bisogno.
E per finire, i koala in generale odiano essere presi in braccio. La ragione in questo caso è una necessità fisica, perché la loro colonna vertebrale è molto fragile e non potrebbe sopportare stress o scossoni violenti.
Foto anteprima: Sopa Images/Getty Images
Di Gialuca Dotti
Fonte: www.wired.it