Studio sulle noci: -29% di morti per malattie cardiache e -11% per tumori
Continuano ad arrivare buone notizie sul fronte della frutta secca: dopo aver parlato ieri delle proprietà benefiche scoperte sui pistacchi, oggi è il turno delle noci, che contribuiscono a ridurre notevolmente le nostre probabilità di morire di malattie cardiache o cancro. Questo è quanto sostengono i ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute di Boston, basandosi su una ricerca durata ben 30 anni. Dai dati, è emerso che mangiando una manciata di noci al giorno si sono ridotti del 29% i tassi di mortalità da malattie cardiache e dell’11% da cancro.
Lo studio ha coinvolto circa 120.000 uomini e donne degli Stati Uniti. ’Il vantaggio più evidente è stata una riduzione del 29% delle morti per malattie cardiache..’, ha riferito il dottor Charles Fuchs, che ha condotto lo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. Non solo prevenzione verso malattie cardiache e tumori, ma anche un miglioramento della propria forma fisica: si è riscontrato infatti, in chi mangiava regolarmente noci, una perdita di peso, oltre ad una minore propensione a fumare e maggiore propensione all’esercizio fisico, all’assunzione di integratori vitaminici e a consumare più frutta e verdura rispetto alla media.
I ricercatori ricordano che le noci contengono acidi grassi insaturi, vitamine, minerali e altri nutrienti che abbassano il colesterolo e l’infiammazione e aiutano a prevenire altre problematiche. Dalla ricerca è emerso che i tassi di mortalità per tutte le cause sono state tagliate dell’11% in coloro che avevano mangiato le noci una volta alla settimana, del 13% in chi le mangiava 2-4 volte a settimana e del 15% in chi le consumava 5-6 volte a settimana. Chi assumeva noci quotidianamente invece, ha visto scendere del 20% le probabilità di morire nell’arco dei 30 anni di durata della ricerca. Questo è stato il primo studio su larga scala che ha verificato l’impatto del consumo di noci sui tassi di mortalità, spiegano i ricercatori, ed effettivamente una ricerca su un campione di circa 120mila persone, permette di dare una forte attendibilità a questo studio.
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