Un pianeta invasore potrebbe aver modificato le orbite del nostro sistema solare
L’attuale configurazione delle orbite planetarie del nostro Sistema Solare ha sempre generato molte discussioni nel campo dell’astronomia. Sebbene oggi la distribuzione delle orbite dei pianeti attorno al Sole sia ben compresa, gli scienziati sanno che nel corso della storia del Sistema Solare queste orbite sono cambiate in modo significativo. La teoria delle migrazioni planetarie è stata una delle più accettate, ma un nuovo studio suggerisce una spiegazione ancora più intrigante e, perché no, un po’ più “extraterrestre”.
La nuova teoria: un pianeta gigante e invasore
I ricercatori dell’Università di Toronto, guidati da Garett Brown, hanno proposto una teoria radicale: un pianeta con una massa compresa tra 2 e 50 volte quella di Giove, che sarebbe passato attraverso il Sistema Solare, potrebbe essere stato responsabile dell’attuale configurazione delle orbite planetarie. Per gli scienziati, l’idea che un intruso di tali dimensioni emerga dall’esterno del Sistema Solare sembra essere una spiegazione più plausibile rispetto alle teorie precedenti, che si basavano solo sulle interazioni tra pianeti già formati.
Distanza e velocità dell’oggetto
Secondo i calcoli del team, l’oggetto in questione si sarebbe avvicinato al Sole a una distanza inferiore a 20 unità astronomiche, ovvero a circa 3 miliardi di chilometri: una distanza davvero impressionante per un visitatore esterno. Inoltre, lo studio suggerisce che la velocità con cui l’oggetto è entrato nel Sistema Solare era sufficientemente bassa (meno di 6 km/s) da consentirgli di provocare importanti cambiamenti nelle orbite dei pianeti.
La teoria delle migrazioni planetarie
Le prime nozioni sui cambiamenti delle orbite dei pianeti risalgono alla teoria delle migrazioni planetarie. In questo scenario, i pianeti si sposterebbero dentro o fuori le loro orbite originali a causa delle interazioni gravitazionali con altri pianeti o con il disco di gas e polvere attorno al Sole. Queste migrazioni, tuttavia, non sono sufficienti a spiegare i dati osservati l’attuale eccentricità e inclinazione delle orbite dei pianeti giganti.
Oltre le migrazioni planetarie
Il nuovo studio va oltre, suggerendo che la presenza di un oggetto massiccio potrebbe aver distorto in modo significativo le orbite planetarie e persino espulso alcuni corpi fuori dal Sistema Solare. Per comprendere la gravità di questa proposta è necessario considerare che i cambiamenti osservati nelle orbite planetarie non sono banali; sono complessi e possono richiedere miliardi di anni per stabilizzarsi. In questo senso, l’idea di un pianeta invasore si allinea maggiormente con le osservazioni, soprattutto quando si spiega la natura eccentrica delle orbite di pianeti giganti come Giove e Saturno.
“Oumuamua” e i visitatori interstellari
Se un pianeta intruso potesse essere l’agente responsabile delle migrazioni planetarie, che dire degli asteroidi o delle comete che ci visitano di tanto in tanto? Nel 2017 è stato scoperto un oggetto chiamato Oumuamua e all’inizio nessuno sapeva esattamente da dove provenisse. Questa cometa, probabilmente a forma di frittella, è stata il primo visitatore confermato proveniente dallo spazio interstellare a raggiungere il nostro Sistema Solare. Il comportamento di Oumuamua, con la sua accelerazione non spiegata dalle forze gravitazionali, ha sollevato diverse teorie, da spiegazioni legate ai gas che fuoriescono dall’oggetto a speculazioni più esotiche, come la possibilità che si tratti di un’astronave aliena.
Il ruolo di “Oumuamua” nella storia del Sistema Solare
Tuttavia, la ricerca condotta da Brown suggerisce che Oumuamua e oggetti simili potrebbero aver avuto un ruolo più profondo nell’evoluzione delle orbite del Sistema Solare. Al loro passaggio, questi “visitatori interstellari” potrebbero aver causato cambiamenti significativi nelle traiettorie dei pianeti giganti e anche dei corpi più piccoli, come asteroidi e comete.
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In che modo la scienza chiarirà il mistero?
La ricerca pubblicata dagli scienziati di Toronto suggerisce che, sebbene la possibilità che un visitatore interstellare abbia alterato in modo permanente la configurazione delle orbite planetarie sia piccola, è notevolmente maggiore rispetto ad altre spiegazioni proposte finora. Utilizzando simulazioni e calcoli, il team ha concluso che esiste una possibilità su 100 che un pianeta intruso, o un oggetto di dimensioni equivalenti, sia responsabile di questi effetti.
Prospettive future
Sebbene l’idea di un pianeta gigante invasore abbia ancora bisogno di ulteriori prove per diventare una teoria solida, apre nuove possibilità su come possiamo esaminare il passato del nostro Sistema Solare e comprendere meglio i processi che governano le dinamiche planetarie. Forse, un giorno, saremo anche in grado di alzare lo sguardo al cielo e riconoscere più visitatori provenienti da altre stelle, proprio come Oumuamua. Tratto da: hypescience.com
Redazione
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