Scoperta l’arte rupestre narrativa più antica datata a un incredibile 51.200 anni fa

Nell’età della pietra, un artista sconosciuto ha creato un capolavoro: un dipinto di una caccia al cinghiale, nascosto tra le pareti rocciose di un’isola indonesiana. Questa arte rupestre narrativa, la più antica mai scoperta, segna un punto di svolta nella storia dell’arte e dell’umanità.
La Scoperta
In un recente viaggio di ricerca, un team di archeologi ha fatto una scoperta straordinaria nel paesaggio carsico delle pianure del Sulawesi meridionale. Hanno trovato un’opera d’arte rupestre che ha cambiato la nostra comprensione dell’arte preistorica.
Il dipinto, nascosto tra le rocce, raffigura tre figure che assomigliano a esseri umani. Queste figure sembrano interagire con un maiale. La scena è affascinante e misteriosa, e gli archeologi ritengono che potrebbe rappresentare una narrazione di caccia.
Questa interpretazione si basa su vari indizi presenti nell’opera d’arte. Le figure umanoidi sembrano essere in movimento, come se stessero inseguendo o cercando di catturare il maiale. Inoltre, l’artista ha scelto di raffigurare il maiale in una posizione che suggerisce un senso di urgenza o paura.
Questa scoperta ha aperto una nuova finestra sulla comprensione dell’arte preistorica. Non solo ci mostra come i nostri antenati vedevano il mondo, ma ci dà anche un’idea di come raccontavano le loro storie e condividevano le loro esperienze. Questo dipinto, con la sua apparente narrazione di caccia, ci mostra che l’arte non era solo un modo per rappresentare il mondo, ma anche un mezzo per raccontare storie e condividere esperienze.

Immagine del pannello di arte rupestre di Leang Karampuang che mostra tre figure dall’aspetto umanoide che interagiscono con un maiale. Credito immagine: AA Oktaviana et al/Griffith University/Nature 2024
L’Analisi
Adam Brumm, autore dello studio e rinomato professore di archeologia alla Griffith University di Brisbane, ha esaminato attentamente il dipinto. Ha descritto la scena come “enigmatica”, un termine che cattura l’aura di mistero che circonda l’opera d’arte.
Le quattro immagini figurative, che rappresentano tre figure umanoidi e un maiale, sono state posizionate in prossimità spaziale l’una dell’altra. Questa disposizione non è casuale, ma sembra essere stata attentamente pianificata dall’artista. Le figure sono ritratte mentre interagiscono tra loro in un modo che suggerisce una narrazione di caccia.
Brumm ha notato che l’artista ha utilizzato tecniche sofisticate per comunicare questa storia. Le figure umanoidi e il maiale non sono solo presenti nella stessa scena, ma sembrano anche interagire tra loro in un modo che permette all’osservatore di dedurre le azioni che si svolgono. Questo livello di dettaglio e complessità suggerisce un alto grado di abilità artistica e una comprensione profonda della narrazione visiva.
Inoltre, Brumm ha sottolineato che l’artista ha utilizzato la prossimità spaziale per creare un senso di movimento e dinamismo. Questo contribuisce a rendere la scena più realistica e coinvolgente, permettendo all’osservatore di immergersi nella narrazione.
L’Importanza
La scoperta di cui parliamo ha un’importanza incommensurabile. Non è solo significativa, ma rivoluzionaria nel campo dell’archeologia e dell’arte preistorica. Questa scoperta, infatti, rappresenta la più antica scena narrativa mai segnalata fino ad oggi. Questo non è un piccolo traguardo. Ciò significa che gli esseri umani erano in grado di raccontare storie attraverso l’arte molto prima di quanto pensassimo.
Inoltre, lo studio che ha portato a questa scoperta sostiene che si tratta del nuovo detentore del record per la più antica arte figurativa rupestre conosciuta. Questo ci dà una nuova prospettiva sulla complessità e la sofisticatezza delle prime società umane. Non solo erano in grado di creare arte, ma l’arte che creavano era figurativa, rappresentando persone, animali o scene della vita quotidiana.
Queste scoperte non solo ampliano la nostra comprensione della storia dell’arte, ma ci danno anche un’idea più profonda della storia dell’umanità stessa. Ci mostrano come i nostri antenati vedevano il mondo e come sceglievano di rappresentarlo. In questo senso, queste opere d’arte rupestre sono un prezioso patrimonio culturale che ci aiuta a capire meglio noi stessi.
La Datazione
La datazione di quest’opera d’arte rupestre è stata possibile grazie all’uso di una tecnica di datazione innovativa. Questa tecnica ha permesso ai ricercatori di determinare con precisione quando il pigmento è stato applicato alla parete rocciosa. Il risultato è stato sorprendente: il pigmento risale a almeno 51.200 anni fa.
Questo dato temporale è di notevole importanza. Infatti, 51.200 anni fa è un periodo eccezionalmente antico per un’opera d’arte narrativa. Per mettere le cose in prospettiva, le composizioni narrative, come le conosciamo oggi, non sono diventate comuni nel mondo fino a circa 14.000-11.000 anni fa. Questo significa che l’opera d’arte che stiamo discutendo è stata creata migliaia di anni prima che le narrazioni diventassero una forma d’arte comune.
La scoperta di un’opera d’arte così antica ci offre una nuova prospettiva sulla storia dell’arte e sulla storia dell’umanità. Ci mostra che i nostri antenati erano in grado di creare opere d’arte complesse e significative molto prima di quanto pensassimo.
Conclusioni
L’arte di Sulawesi è oggi la più antica testimonianza conosciuta di questo sviluppo chiave nella storia dell’arte. Tuttavia, probabilmente ha avuto il suo inizio definitivo da qualche parte in Africa, dove si è evoluta la nostra specie. Questa scoperta ci ricorda che l’arte, come la società umana, è in continua evoluzione.Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature .
Redazione
Foto anteprima: Karampuang Hill, dove è stata trovata l’opera d’arte. credito: Google Arts & Culture
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