Il massacro degli albini in Africa, uccisi per venderne le ossa: un corpo vale 75mila euro

In Malawi, le persone con albinismo continuano ad essere uccise: dal 2014 sono almeno 21 gli omicidi legati alla superstizione e a macabri rituali di magia nera. Crimini che quasi sempre rimangono impuniti, secondo la denuncia di Amnesty International. Per combattere l’ondata di violenza, l’associazione delle persone con albinismo in Malawi (Apam) ha annunciato che presenterà sei candidati alle prossime elezioni.

In Malawi, nascere albini può equivalere a una condanna a morte. Negli ultimi quattro anni, almeno 21 persone con albinismo sono state uccise nel Paese dell’Africa sud orientale. Omicidi legati alla superstizione e a macabri rituali perché si ritiene che le parti dei loro corpi siano dotate di poteri magici. Attacchi del genere hanno avuto luogo anche in Mozambico, Tanzania e Sudafrica. Le loro ossa e gli arti degli albini vengono vendute nel mercato nero e, secondo un rapporto della Croce Rossa, gli stregoni arrivano a pagare fino a 75.000 dollari per il corpo di un albino.

L’albinismo, un’anomalia congenita dovuta alla totale o parziale deficienza di pigmentazione nella pelle, negli occhi e nei capelli, colpisce una persona su 20.000 al mondo ma è molto più comune nell’Africa sub-sahariana. In Malawi si stima che siano tra le 7.000 e le 10.000 persone, una ogni 1800. Ma, secondo la massima esperta delle Nazioni Unite sull’albinismo, Ikponwosa Ero, a causa delle violenze sono a rischio di “estinzione”. Dal novembre 2014 in Malawi si sono verificati decine di uccisioni, sequestri e rapine ai danni di persone con albinismo. Il 7 dicembre 2017 si sono perse le tracce di una bambina di due anni, Jean Ngwedula. A quanto pare il padre l’avrebbe venduta a un medico tradizionale che esegue riti propiziatori nel vicino Mozambico, uno dei paesi considerati – insieme a Repubblica Democratica del Congo, Sudafrica, Swaziland e Tanzania – un mercato per il commercio transfrontaliero di parti del corpo. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio e le indagini sono ancora in corso. Il 9 marzo 2018 Mark Lasambuka, un 22enne del villaggio di Nakawa, nel sud del Paese, è scomparso mentre si trovava in compagnia di un amico. Il suo corpo è stato ritrovato il 1° aprile.

 

 

 

Omicidi e rapimenti che, quasi sempre, rimangono impuniti. Rispetto a indagini su altri reati, quelle in cui le vittime sono persone con albinismo vanno avanti in modo assai lento. Secondo dati della polizia del Malawi e del ministero per la Giustizia e gli Affari costituzionali, negli ultimi quattro anni solo un caso di omicidio e un altro di tentato omicidio si sono conclusi con la condanna dei responsabili. Amnesty international, in un rapporto appena pubblicato, denuncia che la maggior parte dei crimini commessi nei confronti degli albini rimane impunita a causa di gravi inefficienze e ritardi nel sistema giudiziario. “Le autorità del Malawi devono urgentemente rivedere il sistema di giustizia penale per proteggere le persone con albinismo, che affrontano la persistente minaccia di essere uccisi per le loro parti del corpo in un paese in cui la stragrande maggioranza di questi orribili crimini rimane irrisolta e impunita”, la denuncia di Amnesty International. “Le persone con albinismo devono ricevere giustizia per questi vili crimini d’odio. Che ci voglia tanto tempo per svolgere indagini o per arrivare a processo è la prova evidente che il sistema giudiziario del Malawi non funziona”, ha dichiarato Deprose Muchena, direttore di Amnesty International per l’Africa meridionale.

Foto: Madre africana tiene in grembo il figlio affetto da albinismo Di ZacBowling di Wikipedia in inglese – Trasferito da en.wikipedia su Commons., CC BY 2.5commons.wikimedia.org

A cura di Mirko Bellis

Fonte:  www.fanpage.it

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