Cancro al seno, tomosintesi 3D rileva il 34% di tumori in più della mammografia tradizionale

Riesce a evidenziare il carcinoma mammario con maggiore efficacia.

Una vera rivoluzione:

Ricercatori svedesi dell’Università di Lund e dell’Ospedale universitario Skåne hanno dimostrato che la tomosintesi 3D, uno screening simile alla tomografia, riesce a evidenziare il carcinoma mammario con maggiore efficacia rispetto alla mammografia tradizionale. In uno studio condotto per mettere a confronto le due tecniche ha rilevato il 34% di tumori in più.

La tomosintesi 3D ha una capacità sensibilmente superiore di rilevare i tumori al seno rispetto alla tradizionale mammografia bidimensionale. Lo ha dimostrato un team di ricerca svedese composto da studiosi del reparto di Radiologia diagnostica dell’Ospedale universitario Skåne di Malmö e del Dipartimento di medicina traslazionale presso l’Università di Lund. Gli studiosi, coordinati dalla professoressa Sophia Zackrisson, mettendo a confronto le due tecniche hanno registrato il 34 percento di diagnosi in più di carcinoma mammario per la tomosintesi 3D .

Per comprendere le differenze diagnostiche fra le due tipologie di screening gli scienziati svedesi hanno messo a punto uno studio chiamato “Malmö Breast Tomosynthesis Screening Trial (MBTST)”, nel quale hanno coinvolto circa 15mila donne, il 68 percento di quelle invitate a partecipare tra il 27 gennaio 2010 e il 13 febbraio 2015. Le donne, con un’età compresa tra i 40 e i 74 anni, sono state sottoposte ai due esami in successione, e le immagini ottenute dai ricercatori sono state fatte analizzare da due squadre di sette radiologi separate. I casi di tumore rilevati sono stati in tutto 139, con la tomosintesi 3D nettamente superiore in termini di efficacia diagnostica.

Ma perché questa tecnica è più accurata della tradizionale mammografia? Il “segreto” risiede nel fatto che attraverso la tomosintesi 3D – che funziona in maniera analoga a una tomografia – le immagini da più angolazioni mostrano il seno anche in profondità, visualizzando più dettagli e meno strutture di tessuto sovrapposte, come invece avviene con la normale mammografia. Ciò permette di evidenziare anche piccoli tumori, che con la tradizionale mammografia verrebbero evidenziati solo a dimensioni maggiori.

Con la tomosintesi del seno, il 34 percento in più di tumori del cancro è stato rilevato rispetto allo screening mammografico standard corrente, allo stesso tempo, siamo stati in grado di ridurre la compressione del seno durante l’esame, qualcosa che potrebbe incoraggiare più donne a partecipare allo screening”, ha sottolineato l’autrice principale dello studio, radiologa presso l’Ospedale universitario Skåne (SUS). Poiché tutti i tipi di screening comportano un certo rischio di falsi positivi, gli scienziati svedesi condurranno ulteriori ricerche con i colleghi europei per verificare fino in fondo l’efficacia della tomosintesi rispetto all’esame tradizionale. Questo tipo di screening è già disponibile da qualche tempo presso diverse strutture sanitarie. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Lancet Oncology.

Andrea Centini

Credito foto anteprima:Lund University

Fonte: scienze.fanpage.it 

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