I nidi di dinosauro più antichi del mondo
Scoperte in Sudafrica dieci covate, ognuna con svariate uova, di un antico erbivoro giurassico. Hanno 190 milioni di anni, 100 milioni di anni in più di quelle scoperte finora.
di Christine Dell’Amore
In una parete rocciosa quasi verticale del Golden Gate Highlands National Park, in Sudafrica, i paleontologi hanno scoperto i più antichi nidi di dinosauro – ben 10 – mai rinvenuti, all’interno di ognuno dei quali vi sono svariate uova. I nidi risalgono a 190 milioni di anni fa.
La scoperta indica che l’area era un sito di nidificazione per un antico erbivoro giurassico, Massospondylus carinatus. Il sito precede altri siti di nidificazione scoperti finora nel mondo di oltre 100 milioni di anni, affermano gli autori della ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Inoltre, le covate appena scoperte offrono le più antiche testimonianze rinvenute finora di alcuni comportamenti dei dinosauri. Ad esempio, i paleontologi hanno scoperto svariati nidi in uno stesso strato roccioso, il che suggerirebbe che le femmine si riunivano in gruppi per deporre le uova. Ciò costituisce il più antico esempio di nidificazione a colonia mai rinvenuto, affermano gli studiosi.
I nidi sono stati scoperti all’interno dello stesso parco sudafricano dove in precedenza i ricercatori avevano rinvenuto il più antico embrione di dinosauro.
Dopo aver descritto il ritrovamento, nel 2005, “abbiamo deciso di tornare sul sito e vedere se riuscivamo a trovare embrioni e uova ancora nella parete”, dice uno degli autori dello studio, il paleontologo Robert Reisz della University of Toronto a Mississauga.
Nel sito sudafricano è stata anche rinvenuta questa minuscola impronta di un piccolo di Massospondylus.
Il ritrovamento suggerisce che i piccoli dinosauri “restavano nei pressi del nido anche dopo la schiusa, almeno finché non raddoppiavano la loro taglia”, dice Reisz. Ciò significa che i piccoli contavano sull’aiuto dei genitori per nutrirsi e difendersi dai predatori: “la prima, vera testimonianza di questo comportamento nella documentazione fossile”, dice lo studioso.
Una delle covate scoperte conteneva ben 34 uova che probabilmente finirono per essere sommerse da un alluvione. L’estrema sottigliezza dei gusci – un centinaio di micron – li rendeva estremamente difficili da individuare, sottolinea Reisz.
Gli studiosi hanno anche scoperto varie generazioni di nidi in strati successivi, il che significa che i dinosauri tornavano regolarmente in questo sito a deporre le uova.
Questa covata fossile recuperata dal sito sudafricano nel 1976 presenta due scheletri esposti, uno dei quali è l’embrione dell’immagine numero 2, descritto solo nel 2005. Questi ritrovamenti continuano a fornire agli studiosi preziosi indizi sull’evoluzione dei dinosauri.
Ad esempio, l’embrione di Massospondylus sembra la “versione nana di un dinosauro saropode” (i sauropodi sono stati i più grandi animali mai vissuti sul pianeta) ha detto il paleontologo Hans-Dieter Sues del National Museum of Natural History di Washington.
Ciò significa che Massospondylus presentava dei tratti che prefigurano l’aspetto dei saropodi che si sarebbe sviluppato solo più tardi nella scala evolutiva.