L’universo nato da un buco nero: la nuova teoria che sfida il Big Bang

appresentazione dell’universo nato da un buco nero secondo la nuova teoria cosmologica del rimbalzo

E se il nostro cosmo non fosse nato da una gigantesca esplosione, ma fosse il frutto di un processo interno a un buco nero? È l’ipotesi audace di una nuova teoria che mette in discussione il modello del Big Bang. A proporla è il cosmologo Enrique Gaztanaga con il suo team dell’Università di Portsmouth, secondo cui il nostro universo potrebbe essere stato generato dal collasso di un altro universo, attraverso un meccanismo noto come rimbalzo cosmico.

Non si tratta soltanto di una speculazione: il telescopio spaziale Euclid, lanciato nel 2023 dall’ESA, potrebbe fornire dati cruciali. Se venissero individuati segnali di una curvatura residua nello spazio, l’intera narrazione sull’origine del cosmo potrebbe essere riscritta da zero.

Un cosmo nato da un buco nero: l’ipotesi rivoluzionaria

Secondo questa teoria alternativa, l’universo non ha avuto origine da una singolarità, ma da un collasso gravitazionale avvenuto in un universo precedente. Immagina una gigantesca nube di materia che, compressa dalla sua stessa gravità, si riduce a un punto di estrema densità: un buco nero. Ma cosa accadrebbe se, dentro quel buco nero, le leggi della fisica innescassero un’espansione anziché un collasso definitivo?

Qui entra in gioco il rimbalzo cosmico: un fenomeno che sostituisce il Big Bang come evento generatore, offrendo una visione coerente e continua. Invece di ricorrere a concetti come l’energia oscura o l’inflazione primordiale, il modello si fonda sull’interazione tra relatività generale e meccanica quantistica, già ben radicate nella fisica teorica.

Lo studio di Gaztanaga, pubblicato su Physical Review D, suggerisce che il nostro spazio-tempo potrebbe conservare una leggera curvatura residua: una firma lasciata da quell’espansione iniziale. Il compito di Euclid sarà quello di rilevarla. Se ci riuscisse, ogni buco nero potrebbe diventare un nucleo di un nuovo universo, dando vita a una catena infinita di realtà collegate, come matrioske cosmiche.

Il rimbalzo cosmico: nascita e rinascita dell’universo

Al centro della teoria c’è un concetto affascinante: quando la materia collassa, non è detto che raggiunga una singolarità. Anzi, in presenza di densità estreme, la combinazione di leggi quantistiche e gravitazionali potrebbe interrompere il collasso e generare una nuova fase espansiva: il rimbalzo.

In questo scenario, il buco nero agisce come un portale naturale verso una nuova realtà cosmica. Questo meccanismo spiegherebbe fenomeni come l’inflazione e l’accelerazione dell’espansione senza invocare entità misteriose. La forma dell’universo stesso, secondo questo modello, dovrebbe presentare una curvatura appena percettibile, ben diversa dalla piattezza prevista dalla cosmologia tradizionale. Ed è qui che Euclid entra in azione.

Euclid e la ricerca della curvatura: il test definitivo

Il telescopio Euclid, messo in orbita dall’ESA nel 2023, è un progetto ambizioso nato per esplorare la geometria dell’universo. Uno degli obiettivi principali è quello di misurare con estrema precisione la curvatura dello spazio-tempo. Se il nostro universo è nato da un buco nero, come sostiene il modello a rimbalzo, Euclid potrebbe individuarne la prova osservativa: una curvatura minima, ma significativa.

Utilizzando tecniche come il weak lensing, Euclid osserverà miliardi di galassie e analizzerà come la loro luce viene deviata dalla materia. Questo permetterà di mappare la geometria dell’universo con una precisione mai vista prima. Alcune anomalie già rilevate da studi sul fondo cosmico a microonde e le oscillazioni acustiche dei barioni suggeriscono che una curvatura ci sia, ma finora è mancata la conferma definitiva.

Se le misure confermeranno l’ipotesi, sarà necessario ripensare il paradigma attuale: l’accelerazione dell’espansione cosmica non dipenderebbe più da un’energia invisibile, ma da una proprietà geometrica dello spazio. Una svolta radicale per la fisica e per la nostra comprensione dell’universo.

Curvatura dello spazio: la firma dell’origine

Misurare la curvatura cosmica è come leggere l’atto di nascita dell’universo. In un cosmo perfettamente piatto, la teoria del rimbalzo perderebbe consistenza. Ma una deviazione, anche minima, potrebbe rappresentare una prova tangibile di un’origine alternativa.

Euclid sfrutterà l’effetto lente gravitazionale per studiare la distribuzione della massa nello spazio. Questi dati verranno poi confrontati con quelli già in possesso della comunità scientifica – come il CMB e le BAO – per verificare la coerenza del modello.

Anche un piccolo scarto dalla piattezza basterebbe a minare le fondamenta del modello standard e a rafforzare l’ipotesi del rimbalzo gravitazionale. Una scoperta del genere cambierebbe il modo in cui pensiamo il tempo, lo spazio e le origini della realtà stessa.

Conclusione

L’idea che il nostro universo sia nato da un buco nero non è più relegata alla fantascienza. È una teoria strutturata, verificabile, che unisce leggi fisiche note e una nuova visione del cosmo. Se Euclid rileverà la curvatura residua prevista, la narrazione dell’origine dell’universo cambierà radicalmente: non più un’esplosione dal nulla, ma la continuazione di un ciclo cosmico.

Una realtà dove ogni universo genera il successivo, in un eterno gioco di specchi che intreccia scienza e mistero. Una visione che affascina, ma soprattutto che potrebbe essere confermata nei prossimi anni.

Redazione

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