Auto elettriche vs alternative : Milena Gabanelli e i dati che sconfiggono le Ideologie

Auto Elettrica vs Alternativa: Grafico comparativo con dati di Milena Gabanelli sull'efficienza energetica e emissioni CO₂. Immagine di un'auto elettrica accanto a un'auto a idrogeno e biocarburanti, con indicatori di costo e sostenibilità.

Le auto elettriche vs alternative è il dibattito sul futuro del trasporto, un ring dove i miti combattono con i numeri. Mentre alcuni proclamano le alternative all’elettrico come “farmaci miracolosi” per il clima, la realtà è un’altra. La giornalista Milena Gabanelli, nel suo ultimo lavoro, ha sventolato i dati come un pugno di ferro: le auto elettriche  sono già oggi la scelta vincente. Con emissioni di CO2 ridotte del 60% rispetto alle benzina, un’efficienza energetica tripla e costi che scendono come un fiume in piena, l’elettrico non è più un sogno lontano. Ma qui c’è di più: è la risposta che politici e lobbisti cercano di soffocare con chiacchiere da dibattiti TV. I numeri, però, non si fanno ingannare.

I dati che non mentono: l’elettrico sconfigge le alternative  

La guerra tra tecniche rivali come l’idrogeno e gli e-fuel è finita ancor prima di cominciare. Nello studio di Gabanelli e Rita Querzé, i numeri saltano fuori come un pugno in faccia. Le auto elettriche convertono il 77% dell’energia in movimento, mentre i motori a benzina sprecano il 80% in calore inutile. Immaginate guidare con una mano legata dietro la schiena: è esattamente quello che succede con il tradizionale. E non si tratta di proiezioni: oggi, un elettrico emette 100 grammi di CO₂ al chilometro, contro i 267 delle benzina ei 197 delle diesel ibride.

Ma non è tutto. Le “soluzioni alternative” come l’idrogeno ei biocarburanti sono i nuovi balocchi costosi del mercato. L’idrogeno “verde” richiede tanta energia che è come accendere tre fornelli per scaldare una tazza di caffè. In Italia, circolano solo 65 auto a idrogeno – e per rifornirle ci sono due stazioni, una a Mestre e una a Bolzano. La strategia nazionale ne prevede 40 entro il 2026, ma ammette che è una corsa a ostacoli: “L’idrogeno non è scalabile per le strade private”, come un medico che dichiara un male incurabile.

L’idrogeno: un’alternativa costosa e sostenibile? 

L’idrogeno è l’aspirina del passato: sembra curare il problema, ma in realtà fa girare solo i soldi. La sua fama nasce da un’unica verità: emette vapore in fase di uso. Il problema è che per produrlo “verde” occorrono quantità di energia elettrica tali da far sembrare inefficiente persino un lampadario. Per ogni litro di idrogeno, si perde il 50% dell’energia durante la trasformazione. Eppure, siamo costretti a girare intorno all’isolato per arrivare al negoziante di fronte.

In Italia, l’idrogeno è un sogno in sospeso. Le stazioni di rifornimento sono poche, costose e servite da pochi veicoli. La strategia nazionale lo relega a nicchie come il trasporto pesante o l’industria – come se un farmaco per la tosse venisse usato per curare il diabete. Come sintetizza Gabanelli: “L’idrogeno cerca un problema da risolvere, ma non lo trova”. Un po’ come cercare un ombrello in una tempesta con la finestra sbarrata.

Biocarburanti e E-Fuel: sogni a 5 Euro al litro  

Se l’idrogeno è un vicolo cieco, i biocarburanti e gli e-fuel sono un’autostrada pagata a tariffa. Spacciati come “alternativa ecologica”, sono in realtà un’arma a doppio filo. Gli e-fuel costano tra i 3 ei 5 euro al litro – una benzina per ricchi che, pur emettendo teoricamente CO₂ neutra, sono così costosi da renderli una soluzione per pochi. Eppure, il loro processo di produzione richiede quantità di energia e CO₂ catturata che non sono ancora disponibili. Sono come un castello di sabbina costruito durante un ciclone.

Anche i biocarburanti tradizionali non sono la risposta. L’etanolo, per esempio, alimenta la deforestazione e la fame. Come ha detto lo studio di Bruno Notarnicola: “Sono una medicina che fa più male che bene”. Eppure, i lobbisti li presentano come “il futuro” – come se vendessero farmaci per un uomo che non esiste.

La neutralità tecnologica: un paravento per il passato  

Chi urla “neutralità tecnologica” sta mentendo. Questa parola è un paravento per chi non vuole guardare la realtà: l’elettrico è già l’unica via d’uscita. Matteo Salvini, ad esempio, attacca i divieti per i diesel Euro 5, ma ignora che l’elettrico è la soluzione migliore. L’Europa, invece, ha preso una decisione: il divieto 2035 per i veicoli a combustione è una linea rossa per aziende come Volvo e Ikea. Come ha spiegato l’International Council on Clean Transportation: “Gli elettrici sono diverse volte più efficienti, e non è un’opinione, è una legge di fisica”.

Conclusione

Il dibattito non è più se l’elettrico vincerà, ma quanto tempo perderemo a fingere alternative. Le auto elettriche vs alternative non sono pari: sono come confrontare un fiume in piena con una pozzanghera. (Parola chiave: 3° uso) Mentre l’Europa costruisce reti di ricarica e coraggio politichese, l’Italia rimane incantata da illusioni costose. L’elettrico non è perfetto, ma è l’unica tecnologia pronta a ridurre l’inquinamento e salvare le vite umane. Come ha detto Gabanelli: “I dati sono la luce che sconfina le ideologie. Basta nasconderla”.  

Redazione

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