Contrazione lunare: perché la Luna si sta rimpicciolendo e i rischi per le missioni Artemis

Contrazione lunare: la Luna che si rimpicciolisce e i rischi per le missioni Artemis. Immagine di un satellite in miniatura con faglie visibili sulla superficie, accanto a un modulo spaziale e astronauti in tuta.

Immaginate la Luna come un libro che si stringe come una copertina che si chiude: ogni pagina si avvicina, avvicinandosi a una forma più compatta. La contrazione lunare , un fenomeno osservato dalla NASA, rivela che il nostro satellite non è un oggetto immutabile, ma un pianeta in lenta metamorfosi. Negli ultimi 500 milioni di anni, la Luna ha già perduto 50 metri di circonferenza a causa del raffreddamento del suo nucleo, creando faglie che sembrano rughe su una pelle stropicciata. Queste crepe non sono solo una curiosità scientifica: sono una minaccia reale per gli astronauti della missione Artemis III , programmata per il 2026. La NASA sta usando strumenti come il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) per disegnare una mappa dei pericoli, chiedendosi: come costruire una base sulla Luna se il suolo si muove sotto i piedi?

Come il raffreddamento del nucleo sta modificando la superficie del satellite

Il nucleo della Luna è un gigante che si raffredda lentamente, come un vulcano spento che perde la sua forza. Senza un mantello geologico attivo come quello terrestre, il suo interno si contrae, riducendo il volume e costringendo la crosta a strapparsi per adattarsi. Questa lotta tra il calore che fugge e la crosta che si spezza ha creato una rete di faglie , come quelle su una mappa segreta di un pianeta in rimpimento .

Gli scienziati della NASA allertano: in zone come il cratere de Gerlache, le faglie sono un serpente che dorme. Quando si muovono, scatena lunamoti – terremoti lunari – capaci di durare ore. Uno dei più pericolosi è il Smq n9, registrato negli anni ’70, che ha scosso la Luna con la forza di un magnitudo 5. Non sono solo numeri: queste scosse, sebbene meno violente dei terremoti terrestri, agiscono su un suolo fragile, privo di un’atmosfera che attutisca l’impatto.

E non è tutto qui. Le telecamere NAC della sonda LRO hanno rivelato che zone come il de Gerlache Rim 2 sono a rischio di frane della regolite, la polvere fine che ricopre la Luna. Una scossa leggera è sufficiente a scatenare valanghe che potrebbero ostruire strumenti o colpire veicoli. Il processo di rimpimento non è un gioco di scacchi: è un percorso minato che gli astronauti dovranno superare.

Le faglie lunari e il rischio di lunamoti: un pericolo per gli astronauti

Le faglie sono le cicatrici di una lotta silenziosa. Quando il nucleo si raffredda, la crosta si rompe come un vaso fragile, creando aree instabili. Queste crepe non sono solo linee sulla superficie: sono bombe a tempo geologiche pronte a esplodere durante i lunamoti , scosse capaci di durare ore e distruggere strumenti in pochi secondi.

Il Smq n9 è un classico esempio. Nato a 150 chilometri di profondità, ha scatenato frane di regolite in zone già note per le faglie. Gli scienziati hanno osservato che persino scosse moderate sono sufficienti a destabilizzare pendii superficiali, creando condizioni che potrebbero distruggere un avamposto umano in pochi secondi.

La regione del de Gerlache Rim 2 è particolarmente pericolosa. I modelli sviluppati dal team di Tom Watters della Smithsonian Institution rivelano che qui le frane potrebbero scatenarsi anche senza grandi scosse. Il messaggio è chiaro: per costruire basi lunari, bisogna giocare a scacchi con la geologia. Si scelgono siti lontano dalle faglie attive, si progettano strutture resistenti alle scosse, e si resta in guardia come un soldato in guerra.

Come la NASA sta rispondendo: strategie per affrontare i rischi del riempimento lunare

La NASA non si arrende: sta combattendo la minaccia della Luna con strategie audaci e precisione scientifica. La missione Artemis III , pur rimandata al 2026, è al centro di una battaglia per ridurre i rischi. L’strumento segreto ? I dati. Grazie al LRO, gli scienziati stanno creando mappe dettagliate delle zone a rischio, individuando faglie nascoste e valutando la stabilità del suolo come se stessero esplorando un labirinto di pericoli.

Un colpo di genio è la missione Farside Seismic Suite , che installerà due sismometri sul cratere Schrödinger. Questi strumenti, collaudati su Marte durante la missione InSight, monitoreranno le attività sismiche in tempo reale. “Stiamo preparandoci per una guerra silenziosa” spiega Nicholas Schmerr , professore all’Università del Maryland. “Ogni scossa, anche piccola, è un avvertimento: la Luna non dorme.”

La NASA ha tirato fuori la mappa e ha iniziato a giocare a scacchi con la Luna: le regole del gioco sono cambiate. Ora, le zone vicino alle faglie attive, come il de Gerlache Rim 2, sono sottoposte a valutazioni multiple. Non basta guardare la geologia: bisogna simulare frane, valutare probabilità di scosse, e progettare materiali che resisteranno a tutto. Perfino i sistemi di avviso rapido, ispirati alle zone sismiche terrestri, sono in agenda per non farsi sorprendere.

La mappatura sismica lunare: strumenti e scoperte per una esplorazione sicura

Per battere la Luna, bisogna conoscerla a fondo. Le telecamere NAC della LRO sono gli occhi che guardano il nemico: con una risoluzione di 50 cm per pixel, hanno individuato centinaia di faglie, alcune in zone chiave per Artemis. Questi dati sono come pezzi di un puzzle che rivelano come si deforma la crosta e dove potrebbero nascere le prossime scosse.

La Farside Seismic Suite porterà la guerra sull’altro fronte. I sismometri installeranno una rete di monitoraggio nel polo sud lunare, una zona sconosciuta. L’obiettivo? Studiare fenomeni come le frane di regolite in condizioni reali, capire quanto spesso accadono, e prevedere i loro movimenti. I ricercatori sperano di correlare i dati sismici alle immagini satellitari, creando modelli predittivi come un manuale di sopravvivenza per gli astronauti.

Un successo è già nato dal de Gerlache cluster . Gli scienziati hanno scoperto che in questa zona, le frane sono probabili durante lunamoti di magnitudo 3 o più. Queste informazioni sono state integrate nei piani di Artemis III: evitare zone critiche, o predisporre sistemi di difesa attivi come un castello fortificato.

Conclusione

Il rimpimento lunare è un avversario astuto e silenzioso, ma la NASA non indietreggia. Con missioni come il LRO e la Farside Seismic Suite , sta trasformando i dati in strategie per proteggere gli astronauti. Capire come la Luna si contrae non è solo un esercizio accademico: è una partita a scacchi dove un errore può costare carri armati e vite. Mentre il satellite si rimpicciolisce, la Terra osserva come un genitore preoccupato. La sfida è chiara: esplorare il cosmo senza cadere vittime dei suoi pericoli nascosti. La Luna è in movimento – e noi dobbiamo stare all’altezza.

Studio pubblicato sul The Planetary Science Journal.

 

Redazione

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