Overshoot Day 2025 in Italia: il 6 maggio abbiamo esaurito le risorse naturali disponibili

Overshoot Day 2025 in Italia: il 6 maggio abbiamo esaurito le risorse naturali disponibili, illustrazione con mappa d'Italia, calendario rosso e simboli di consumo eccessivo

Immagina di ricevere un conto a fine mese che ti dice: “Hai già speso tutto quello che potevi permetterti quest’anno.” Succede a noi tutti, ma non in senso economico: stiamo parlando dell’Overshoot Day 2025 in Italia , una data che segna il momento in cui il nostro Paese ha esaurito tutte le risorse naturali rinnovabili che avrebbe potuto utilizzare entro la fine dell’anno. Secondo il Global Footprint Network , l’Italia ha superato questo limite critico il 6 maggio 2025 , ben prima della media globale. Da quel giorno in poi, ogni gesto quotidiano – come un viaggio in auto, una bolletta alta o un acquisto impulsivo – è stato effettuato in “debito ecologico”.

L’Overshoot Day italiano si è anticipato di ben 11 giorni rispetto al 2024 , segnale evidente che non solo non stiamo facendo progressi, ma anzi stiamo accelerando verso uno squilibrio sempre più preoccupante. Ma cosa significa davvero esaurire le risorse? E soprattutto, possiamo ancora invertire questa rotta?

Cos’è l’Overshoot Day 2005 e perché ci riguarda tutti da vicino

Può sembrare un concetto astratto, ma l’Overshoot Day 2025 è molto più concreto di quanto pensiamo. Rappresenta il momento preciso in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse naturali rinnovabili che la Terra può produrre in un anno. Da quel punto in avanti, ogni azione umana aggiunge ulteriore pressione a un sistema già fragile e in sovraccarico.

Due indicatori sono fondamentali per calcolare questa soglia:

  • L’impronta ecologica : misura il consumo complessivo di risorse da parte degli esseri umani.
  • La biocapacità : indica la capacità degli ecosistemi di fornire quelle risorse e assorbire i nostri sprechi, come la CO₂.

Secondo i dati del Global Footprint Network , il giorno in cui il mondo intero esaurisce le risorse naturali disponibili nel 2025 cade intorno al 28 luglio . Per l’Italia, però, quella data è arrivata molto prima: il 6 maggio , quasi due mesi prima del resto del pianeta. Questo posizionamento ci colloca in una classifica poco desiderabile insieme a Paesi come il Qatar, gli Stati Uniti e diversi emirati arabi.

Ma c’è di più. Se tutti vivessero come gli italiani, avremmo bisogno di tre pianeti per sostenere il nostro livello di consumo. E se adottassimo lo stile di vita medio americano, servirebbero addirittura cinque . Numeri impressionanti, che parlano di un modello insostenibile.

Ecco perché anche tu dovresti preoccuparti

Non si tratta di allarmismo o di statistiche distaccate: questi dati raccontano una realtà tangibile. La qualità dell’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, la biodiversità che circonda la nostra vita quotidiana ne risentono direttamente.

Secondo il WWF , oltre un milione di specie animali e vegetali è oggi minacciato di estinzione. Il 75% delle terre emerse e il 66% degli oceani sono stati modificati in modo irreversibile. E il cambiamento climatico, spinto dalle emissioni di gas serra, sta accelerando eventi estremi: alluvioni, incendi boschivi, ondate di calore sempre più intense e frequenti.

Come ha ricordato Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia :

“La crisi climatica deve essere affrontata adesso, se vogliamo lasciare un futuro alle prossime generazioni.”

Parole che non nascono da un discorso politico, ma da evidenze scientifiche inequivocabili. Non si tratta di previsioni lontane: è la realtà che stiamo vivendo ora.

L’Italia in bilico: trend negativi e confronto internazionale

L’anticipo dell’Overshoot Day italiano rispetto al 2024 non è un caso isolato. È il sintomo di un modello di sviluppo che fatica a evolversi. Politiche poco attente alla sostenibilità, aumento dei consumi e scarsa diffusione di abitudini verdi stanno spingendo il Paese sempre più in là dal limite sostenibile.

Ma non siamo soli in questa situazione. Molti altri Paesi industrializzati seguono un trend simile. Il Qatar , ad esempio, ha esaurito le sue risorse naturali disponibili già il 6 febbraio , seguito dagli Emirati Arabi Uniti , dal Kuwait e dagli Stati Uniti . Anche Francia e Germania , pur mostrando un impatto leggermente inferiore rispetto all’Italia, restano comunque fuori equilibrio rispetto alla loro biocapacità.

Dall’altra parte del globo, invece, Paesi come Indonesia , Colombia e il Congo presentano una biocapacità superiore alla propria impronta ecologica. Sono nazioni che non solo mantengono un equilibrio naturale, ma contribuiscono a compensare il debito ambientale accumulato da altri. Un chiaro invito a riflettere su come distribuiamo e utilizziamo le risorse naturali globali .

Cambiare rotta: azioni concrete per posticipare l’Overshoot Day

Il futuro non è scritto. Secondo il Global Footprint Network , basterebbe posticipare l’Overshoot Day di appena 5 giorni ogni anno per tornare in equilibrio entro il 2050 . Obiettivo ambizioso, ma raggiungibile se ognuno fa la sua parte.

Partiamo da casa nostra. La regola delle 3R – Riduci, Riusa, Ricicla – è un punto di partenza fondamentale. Meno sprechi, meno plastica usa e getta, meno acquisti non necessari: piccoli gesti che, sommati, possono fare la differenza.

Anche la dieta alimentare gioca un ruolo chiave. L’allevamento intensivo è uno dei maggiori contributori alle emissioni di gas serra. Ridurre il consumo di carne, scegliendo alimenti stagionali, locali e biologici, aiuta a contenere l’impatto sul clima e sugli ecosistemi.

Per gli spostamenti quotidiani, invece, preferire mezzi pubblici, biciclette o veicoli elettrici riduce drasticamente l’inquinamento. E quando si parla di energia domestica, installare pannelli solari o affidarsi a fornitori green rappresenta un investimento lungimirante, sia per il portafoglio che per il pianeta.

Ogni piccolo passo, moltiplicato per milioni di persone, può davvero fare la differenza. Il futuro non è scritto, e dipende anche da noi.

Cosa aspettarsi se non cambiamo nulla

Se non interveniamo subito, il debito ecologico continuerà a crescere, con effetti diretti sulla qualità della vita: aria più inquinata, temperature sempre più estreme, carenze idriche e problemi alimentari. Senza interventi decisi, la situazione non potrà che peggiorare.

Ma non è troppo tardi. Cambiare abitudini, promuovere politiche verdi, sensibilizzare le comunità: ogni individuo, azienda e governo può giocare la sua parte. Basta iniziare oggi, con decisione e consapevolezza.

Per saperne di più consulta il sito ufficiale del Global footprint network.

Redazione

Potresti leggere anche:

Seguici su Telegram Instagram Facebook | Pinterest | x