Cosa dobbiamo aspettarci quando ci sarà il primo incontro con gli extraterrestri?

Rappresentazione artistica del primo incontro con gli extraterrestri, un evento ipotetico che potrebbe cambiare il corso della storia umana

Come sarà il primo incontro con gli extraterrestri ? Se domani scoprissimo l’esistenza di una civiltà extraterrestre intelligente diretta verso il nostro pianeta, cosa faremmo? Siamo soli nell’universo? Per rispondere a questa domanda, cominciamo da quello che sappiamo. Secondo la NASA, l’universo osservabile ha un diametro di circa 93 miliardi di anni luce. Uno spazio enorme, se ci pensate. Ma cosa c’è là fuori? A ipotizzare l’esistenza degli extraterrestri sono stati in molti, tra film e autori di fantascienza. Tra questi ricordiamo Alien, Independence Day e Arrival, tanto per fare tre esempi. Ma cosa accadrebbe se per davvero una civiltà aliena ci venisse a trovare? Cerchiamo di capirlo.

La possibilità di un primo contatto

Stiamo ancora cercando prove dell’esistenza di possibili civiltà extraterrestri, questo è vero. Adesso, però, abbiamo una tecnologia abbastanza avanzata per guardare molto lontano, nell’universo. L’osservazione più lontana del telescopio spaziale Hubble, ad esempio, fu di 13,4 miliardi di anni luce in campo profondo. In quell’occasione Hubble identificò ben 10mila galassie. Se a questo aggiungiamo le incredibili foto che ci sta regalando il telescopio spaziale James Webb, non manca molto (forse) alla conferma che qualcun altro ci sia, da qualche parte, là fuori. D’altra parte, “sarebbe uno spreco di spazio se non ci fosse nessuno”, no?

Le missioni della NASA Tra l’altro abbiamo sviluppato missioni spaziali ad hoc per cercare di capire se ci sono pianeti in grado di ospitare la vita. Kepler e K2 della NASA, ma anche TESS, si occupano proprio di questo: finora sono oltre cinquemila gli esopianeti (cioè i pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare) scoperti, molti dei quali potenzialmente abitabili.

Il protocollo per il primo contatto

Ma quale sarebbe il protocollo ufficiale per un primo contatto con gli extraterrestri? Mettiamo che un segnale radio ci confermi effettivamente che una qualche civiltà intelligente si stia dirigendo verso la Terra. I dati verrebbero condivisi dagli astronomi di tutto il mondo, ma cosa accadrebbe dopo? Qui possiamo, in un certo senso, fare affidamento al nostro archivio cinematografico, per così dire.

Quindi, sulla base di tutti i film sugli alieni che abbiamo visto, si mobiliterebbero le forze armate per valutare l’eventuale minaccia mondiale e tracciare i possibili scenari. Poi verrebbe coinvolto il personale non militare, come astronomi, astrobiologi, codificatori, scienziati comportamentali e specialisti di comunicazione. Una volta che gli esperti saranno sul posto, si cercherà di mantenere l’ordine pubblico di fronte all’imminente arrivo degli alieni. Sebbene non si faccia riferimento in nessun sito governativo ad un’eventualità di questo tipo, è molto probabile che si possa fare affidamento sul lavoro svolto dal Regno Unito durante la seconda guerra mondiale, quando si dovettero preparare i cittadini all’imminente invasione della Germania nazista e si diffuse la campagna Keep Calm and Carry On.

Cosa dobbiamo aspettarci

Una volta che i nostri “cugini” saranno atterrati, ci ritroveremmo con mascherine e tute di protezione per proteggerci dagli eventuali agenti patogeni portati dai nuovi arrivati. Il nostro compito sarà capire se i visitatori sono amici o nemici. Qui, però, la questione è un po’ più complicata. Chi ci dice che gli extraterrestri hanno la nostra stessa concezione di giusto e sbagliato, buono o cattivo?

“Per capire come affrontare un primo contatto” ha detto in un’intervista la professoressa Sara Walker dell’ASU, “dobbiamo prima capire i principi di come si sviluppa la vita nell’universo”. “Abbiamo costruito acceleratori di particelle per simulare il Big Bang, ma non abbiamo simulatori di pianeti per sapere come si sviluppa la vita fuori da qui”. Non c’è dubbio che, anche nella migliore delle ipotesi, l’arrivo di un’altra civiltà sulla Terra scatenerebbe il panico e genererebbe risposte armate da parte di (quasi) tutto il pianeta. Ma forse abbiamo visto un po’ troppi film di fantascienza, dopotutto.

La preparazione al contatto

E allora, come possiamo prepararci al meglio per questo evento straordinario? Innanzitutto, è fondamentale avere un piano di comunicazione chiaro e coordinato. Le agenzie spaziali e i governi mondiali dovrebbero collaborare per stabilire protocolli comuni e condividere informazioni in tempo reale. Le tecnologie di sorveglianza spaziale, come i telescopi avanzati e i satelliti, saranno cruciali per monitorare eventuali segnali o movimenti sospetti. Inoltre, sarà essenziale avere team di esperti pronti a intervenire per analizzare le trasmissioni ricevute e decodificarne il significato. Infine, la preparazione psicologica della popolazione sarà altrettanto importante: campagne di informazione e sensibilizzazione potranno aiutare a gestire l’ansia e il panico che un evento del genere potrebbe scatenare.

Conclusione

In definitiva, il primo contatto con una civiltà extraterrestre intelligente rappresenterebbe una sfida senza precedenti per l’umanità. Sebbene ci siano ancora molte incognite, è essenziale essere preparati e avere piani ben definiti per affrontare un eventuale incontro. Con la cooperazione globale e l’avanzamento della scienza e della tecnologia, potremmo un giorno essere pronti ad accogliere i nostri visitatori dallo spazio con apertura e curiosità, piuttosto che con paura e ostilità.

Per saperne di più leggi l’articolo della BBC.

Redazione

 

Potresti leggere anche:

Seguici su Telegram Instagram Facebook | Pinterest | x