Il calendario più antico del mondo potrebbe documentare l’impatto di una cometa 13.000 anni fa

calendario più antico del mondo

Il calendario più antico del mondo potrebbe rappresentare l’impatto catastrofico di una cometa avvenuto 13.000 anni fa. Questo evento singolare potrebbe essere l’origine della religione e della civiltà, secondo un nuovo studio.

L’ipotesi dell’impatto della cometa

Gli autori dello studio suggeriscono che l’impatto di una cometa 13.000 anni fa potrebbe aver innescato l’ascesa della civiltà. Questo evento catastrofico, che molti scienziati ritengono non sia mai accaduto, potrebbe essere documentato nel sito archeologico di Göbekli Tepe, situato nella Turchia meridionale. Göbekli Tepe è un complesso neolitico pre-ceramico che si stima abbia circa 12.000 anni. Le incisioni presenti nel sito rappresentano il calendario solare più antico del mondo, con simboli che tracciano il movimento del Sole e le fasi della Luna.

Secondo gli autori dello studio, i simboli a forma di V incisi su un pilastro finemente scolpito rappresentano i giorni dell’anno. Questo calendario solare è composto da 365 segni divisi in 12 mesi lunari più 11 giorni aggiuntivi, o epagomenali. Il solstizio d’estate è raffigurato come una divinità simile a un uccello, che probabilmente rappresenta la costellazione della Vergine. In questo periodo dell’anno, il sole si sarebbe trovato in questa costellazione, con una V attorno al collo della divinità.

Le incisioni sembrano tracciare sia il movimento del Sole che le fasi della Luna, suggerendo che il pilastro rappresenti il calendario lunisolare più antico del mondo. Inoltre, le antiche incisioni sembrano illustrare le posizioni mutevoli delle costellazioni nel cielo, indicando un apprezzamento del concetto di precessione 10.000 anni prima che fosse documentato per la prima volta dall’antico astronomo greco Ipparco.

Göbekli Tepe e il calendario lunisolare

Göbekli Tepe è un complesso neolitico pre-ceramico situato nella Turchia meridionale, che si stima abbia circa 12.000 anni. Questo sito archeologico è famoso per le sue strutture monumentali e le incisioni dettagliate che offrono uno sguardo affascinante sulle conoscenze astronomiche dei nostri antenati. Analizzando un pilastro finemente scolpito, gli autori dello studio propongono che i simboli a forma di V rappresentino i giorni dell’anno. Questo calendario solare è composto da 365 segni, divisi in 12 mesi lunari più 11 giorni aggiuntivi, noti come giorni epagomenali.

Il solstizio d’estate è raffigurato come una divinità simile a un uccello, che probabilmente rappresenta la costellazione della Vergine. In questo periodo dell’anno, il sole si sarebbe trovato in questa costellazione, con una V attorno al collo della divinità. Le incisioni presenti nel sito non solo tracciano il movimento del Sole, ma anche le fasi della Luna, suggerendo che il pilastro rappresenti il calendario lunisolare più antico del mondo.

Le antiche incisioni sembrano illustrare anche le posizioni mutevoli delle costellazioni nel cielo. Questo indica un apprezzamento del concetto di precessione, un fenomeno astronomico che descrive il lento cambiamento dell’orientamento dell’asse di rotazione della Terra. Sorprendentemente, queste conoscenze astronomiche risalgono a 10.000 anni prima che il concetto di precessione fosse documentato per la prima volta dall’antico astronomo greco Ipparco.

Göbekli Tepe offre quindi una finestra unica sulle capacità osservazionali e sulle conoscenze astronomiche delle antiche civiltà. Le incisioni e le strutture presenti nel sito testimoniano l’importanza dell’astronomia nella vita quotidiana e nelle pratiche religiose dei nostri antenati.

L’impatto del Dryas recente

La scoperta più sorprendente riguarda un pilastro separato che sembra illustrare il flusso di meteore delle Tauridi. Questo flusso di meteore, noto per la sua spettacolare raffica di bollidi, è stato proposto come la fonte di un impatto di cometa intorno al 10.850 a.C. Questo evento potrebbe aver innescato una mini era glaciale nota come Dryas recente, un periodo di raffreddamento climatico che durò circa 1.200 anni.

Gli autori dello studio suggeriscono che l’impatto della cometa abbia avuto conseguenze devastanti per le popolazioni umane e l’ambiente dell’epoca. Le temperature globali si abbassarono drasticamente, causando cambiamenti significativi negli ecosistemi e nelle risorse disponibili. Questo evento catastrofico potrebbe aver spinto le comunità umane a sviluppare nuove strategie di sopravvivenza, inclusa l’adozione dell’agricoltura e la costruzione di strutture monumentali come Göbekli Tepe.

Sebbene questa ipotesi sia fortemente osteggiata da molti ricercatori, che affermano che non ci sono prove sufficienti per collegare il Dryas recente a un impatto cometario, gli autori dello studio propongono che Göbekli Tepe stesso potrebbe essere stato costruito come memoriale di questo ipotetico impatto. Le incisioni presenti nel sito potrebbero rappresentare un tentativo di documentare e commemorare l’evento catastrofico, oltre a servire come strumento per tracciare il tempo e le stagioni.

Göbekli Tepe, con le sue strutture monumentali e le incisioni dettagliate, offre una finestra unica sulle capacità osservazionali e sulle conoscenze astronomiche delle antiche civiltà. Le incisioni e le strutture presenti nel sito testimoniano l’importanza dell’astronomia nella vita quotidiana e nelle pratiche religiose dei nostri antenati. Questo sito archeologico continua a suscitare grande interesse e dibattito tra gli studiosi, offrendo nuove prospettive sulla storia umana e l’evoluzione delle società.

Conclusione

In conclusione, l’ipotesi dell’impatto di una cometa 13.000 anni fa offre una nuova prospettiva sull’origine della civiltà e della religione. Le incisioni di Göbekli Tepe potrebbero rappresentare il calendario più antico del mondo e documentare un evento catastrofico che ha influenzato profondamente la storia umana. Questo studio apre nuove strade per comprendere il passato e l’evoluzione delle società umane.Lo studio è pubblicato sulla rivista Time and Mind .

Redazione

Foto: Le incisioni di Göbekli Tepe mostrano persino i movimenti delle costellazioni. Credito immagine: Dott. Martin Sweatman

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