“La verità ignorata: i maiali, animali socievoli e più intelligenti dei cani, continuano ad essere consumati in massa. Ma perché?”

I maiali sono socievoli e più intelligenti dei cani. Se questa affermazione potrebbe sorprendervi, non siete gli unici. Nonostante le capacità cognitive dei maiali siano state riconosciute dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, e da illustri scienziati come Lori Marino, neuroscienziata presso l’Emory University di Atlanta, la loro carne continua a essere consumata in quantità enorme in tutto il mondo. Ma perché?

Forse dobbiamo confrontarci con un problema di disconnessione tra la nostra conoscenza delle abilità cognitive dei maiali e le nostre tradizioni culturali alimentari. In molte culture occidentali, i cani sono considerati animali domestici amati, mentre i maiali sono destinati alla macellazione. Questa dicotomia è innegabilmente basata su una percezione soggettiva e culturale, piuttosto che su una valutazione oggettiva delle capacità cognitive dei due animali.

Le capacità cognitive dei maiali sono note da tempo. Sono animali altamente sociali, che formano complesse strutture sociali in cui riescono a riconoscere i membri del proprio gruppo e a sviluppare relazioni durature. I maiali sono in grado di imparare e risolvere problemi complessi, dimostrando una notevole flessibilità cognitiva. Possono imparare comandi e trucchi, e sono in grado di utilizzare specchi per riconoscersi. Inoltre, presentano un notevole senso di gioco e sono considerati capaci di sperimentare emozioni come la felicità o la tristezza.

D’altro canto, i cani sono spesso considerati gli animali domestici per eccellenza, amati per la loro lealtà e capacità di comprendere le emozioni umane. Sono spesso addestrati per compiere compiti complessi e assistere persone con disabilità, dimostrando così le loro straordinarie capacità cognitive. Tuttavia, quando si tratta di intelligenza e capacità sociali, i maiali non sono certo da meno.

La ricerca scientifica ha dimostrato innumerevoli volte che i maiali sono animali intelligenti e sensibili, ma non abbiamo ancora abbracciato questi dati nella nostra società. Forse è perché il consumo di carne di maiale fa parte delle nostre tradizioni culinarie da lungo tempo, o forse è perché non vogliamo affrontare la dissonanza cognitiva che ne deriverebbe.

L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, ha riconosciuto le doti cognitive dei maiali, ma questo non sembra aver influenzato il consumo di carne di maiale. Ciò solleva una questione etica: come possiamo giustificare il consumo di carne di un animale che riconosciamo come socievole e intelligente?

Potremmo prendere esempio da altre culture in cui il consumo di carne di maiale è limitato o del tutto evitato. Ad esempio, alcune correnti religiose come l’ebraismo o l’islam vietano il consumo di carne di maiale. Queste tradizioni religiose riconoscono l’importanza degli animali e promuovono un consumo responsabile e consapevole.

Inoltre, con l’aumento della consapevolezza dell’impatto ambientale dell’allevamento intensivo, è sempre più urgente considerare alternative alla carne a base di animali. La produzione di carne infatti contribuisce in maniera significativa ai cambiamenti climatici e alla deforestazione.

In conclusione, la questione del consumo di carne di maiale va oltre la semplice considerazione delle capacità cognitive degli animali coinvolti. È un argomento che coinvolge valori etici, tradizioni culturali e la nostra responsabilità verso l’ambiente. Forse è tempo di rivalutare le nostre scelte alimentari e considerare come possiamo bilanciare il nostro desiderio di gustare la carne di maiale con il rispetto per gli animali e l’ambiente che ci circonda.

Redazione

Foto di 🌼Christel🌼 da Pixabay

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