«Tanti gli UFO avvistati, anche dai satelliti»
I video con strani velivoli dalle prestazioni strabilianti ripresi dai piloti della US Navy non sono gli unici in possesso del Pentagono. Anzi, ce ne sono molti di più, altrettanto inspiegabili. Ad aver “agganciato” quegli oggetti misteriosi, poi, non sono stati solo i radar o le sofisticate telecamere agli infrarossi di cui sono dotati i jet militari americani, ma anche i satelliti e altre strumentazioni che vigilano sul nostro pianeta.
Affermazioni di un certo peso, soprattutto perché provengono da una figura di grande rilievo all’interno del mondo delle agenzie di sicurezza statunitensi, ovvero John Ratcliff, Direttore della National Intelligence durante l’Amministrazione Trump.
Ora che quel posto lo ricopre Avril Haines, Ratcliff può permettersi di farsi intervistare da Fox Tv e di parlare liberamente persino di UAP- ovvero i fenomeni aerei non identificati, termine che da qualche anno ha preso il posto della troppo screditata sigla UFO senza però scalfirne la sostanza. Durante il notiziario di punta condotto da Maria Bartiromo, il 19 marzo 2021 l’ex DNI di Washington ha riconosciuto che il momento è cruciale per quanto riguarda la divulgazione o meglio la rivelazione (in inglese, disclosure) di questa realtà per decenni negata e ridicolizzata. Mancano ormai solo tre mesi, infatti, al momento in cui dovrà essere consegnata al Senato degli Stati Uniti una relazione non classificata contenente le informazioni raccolte sul fenomeno da parte di tutte le agenzie governative con qualsivoglia mezzo.
Alla conduttrice in studio, John Ratcliff ha spiegato che da circa due anni è attiva una task force (ufficialmente, però, è stata annunciata solo lo scorso agosto) al lavoro sotto l’egida di una legge di autorizzazione della Difesa nazionale, con lo specifico compito di raccogliere dati sugli UAP per scoprirne la provenienza, la natura, lo scopo. L’ex direttore ha anche detto di non essere stato in grado di ottenere il rapporto in formato non classificato- cosa che invece dovrà riuscire a fare la Haines entro il 25 giugno, data prevista per la consegna alle commissioni Intelligence e Forze Armate. Il giorno è stato determinato nel momento in cui l’allora Presidente Trump, alla fine del 2020, ha trasformato in legge un pacchetto di aiuti da 900 miliardi di dollari per gli effetti del coronavirus e un finanziamento da 1,4 trillioni di dollari per le agenzie governative.
In questo decreto “monstrum” è stato inglobato anche l’Intelligence Authorization Act per l’anno fiscale 2021 di cui faceva parte quella inusuale richiesta rivolta al Segretario della Difesa e al Direttore della National Intelligence. In una sezione denominata “Advanced Aerial Threats” (“Minacce aeree avanzate”), i senatori scrivevano:«Il Comitato sostiene gli sforzi della UAPTF- la Task Force per i Fenomeni Aerei non Identificati- presso l’Ufficio dell’Intelligence della Marina per standardizzare la raccolta e la segnalazione dei fenomeni aerei non identificati, qualsiasi collegamento essi possano avere con i governi stranieri avversari e la minaccia che rappresentano per le risorse e le installazioni militari degli Stati Uniti.» Chiedevano informazioni non coperte da segreto, anche se la commissione autorizzava un allegato classificato, da consegnare entro sei mesi dall’approvazione dell’atto.
Le aspettative su quel documento sono grandi e l’attesa è trepidante. Soprattutto ora, alla luce di quanto ha rivelato Ratcliff in tv. «Ci sono molti più avvistamenti di quelli che sono stati resi pubblici, alcuni di questi sono stati declassificati. Quando parliamo di avvistamenti, stiamo parlando di oggetti che sono stati visti dai piloti della Marina o dell’Aeronautica, oppure che sono stati ripresi da immagini satellitari. Oggetti che sinceramente compiono azioni che è dura spiegare.» Ad esempio, ha aggiunto, eseguono manovre difficili da replicare oppure viaggiano a velocità che superano la barriera del suono senza produrre il boom sonico. I funzionari governativi, ha poi detto l’ex direttore, cercano interpretazioni plausibili per questi UFO, ipotizzando fenomeni correlati alla meteorologia oppure supponendo tecnologie avanzate raggiunte da nazioni avversarie in anticipo rispetto agli Stati Uniti. «Ma ci sono casi per i quali non abbiamo spiegazioni accettabili per quello che abbiamo visto».
Anche perché gli episodi, oltre a essere numerosi (molti di più di quelli che sono stati ammessi finora), sono avvenuti in ogni angolo del mondo e sono stati avvistati da “sensori multipli”. Quindi non soltanto dai satelliti, ma anche da altri tipi di strumentazioni elettroniche. Proprio come abbiamo spiegato Alberto Negri ed io nel libro “UFO-Parlano i piloti”, illustrando le obiezioni di un altro “pezzo da novanta” dell’Intelligence americana, Chris Mellon, secondo il quale esistono decine di installazioni, militari e civili, che devono aver registrato il passaggio di questi velivoli dalle prestazioni assurde. Dunque ci sono tanti, tantissimi dati ancora coperti da segreto riguardo gli UFO. Ma quando ne verrà messa al corrente l’opinione pubblica? Secondo Ratcliff, le informazioni relative a vari avvistamenti sono ancora in fase di raccolta e verranno rese pubbliche a tempo debito.
Non è chiaro se saranno presentate proprio in quel rapporto atteso per la fine di giugno oppure se verranno rilasciate un po’ per volta, alla spicciolata, tramite giornalisti “amici”. Esattamente come è successo per la rivelazione dell’esistenza di un programma segreto del Pentagono e dei tre video clamorosi fatti arrivare al New York Times. In ogni caso, appare pressochè impossibile scartare le parole dell’ex DNI come affermazioni infondate o inventate: per il suo ruolo, John Radcliff ha sicuramente avuto accesso a report riservati e sa di cosa parla. Inoltre, non è primo- e probabilmente, nemmeno l’ultimo- tra gli alti papaveri delle Agenzie di Intelligence di Washington ad aver fatto ammissioni importanti sull’argomento. Un altro-lo ricorda il sito UAP Media UK- è stato l’ex direttore della CIA, John O’Brennan, chiacchierando con l’economista Tyler Cowen in un podcast nel dicembre 2020.
Quando gli è stata chiesta la procedura di fronte a immagini come quelle rilasciate dal Pentagono (ovvero gli avvistamenti UFO dei piloti della Nimitz del 2004 e della Roosevelt nel 2015), O’Brennan ha risposto:«Si cerca di assicurarsi di avere quanti più dati possibile in termini di immagini e anche la raccolta di diversi tipi di sensori disponibili in quel momento. Penso che la cosa importante da fare per gli analisti sia affrontare questa sfida senza scartare a priori certe possibilità né credendo in anticipo che sia più probabile X, Y o Z. Devi davvero affrontarla con mente aperta e ottenere tutti i dati e tutta l’esperienza che si può». Anche perché- ha chiosato l’ex numero 1 della CIA- «credo che sia un po’ presuntuoso e arrogante per noi credere che non esista un’altra forma di vita da qualche parte nell’intero universo. Poi, stabilire che cosa possa essere dipende da un sacco di diversi punti di vista».
Sabrina Pieragostini
Fonte: www.extremamente.it