La birra contrasta il cancro, il luppolo contiene una molecola che ‘affama’ il tumore

Nel luppolo e nella birra, trovato un composto che contrasta il tumore facendolo ‘morire di fame’: ecco come ci riesce e come sconfigge il cancro.

La birra contiene una molecola che ‘affama’ il tumore al punto da contrastarne la diffusione. A darci questa notizia sono i ricercatori del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa che hanno analizzato la bevanda alcolica e ne hanno scoperto le proprietà benefiche. Vediamo quali.

Luppolo, elisir di lunga vita. Gli scienziati fanno sapere di aver analizzato nel dettaglio il luppolo e di aver scoperto che contiene un fitocomposto, lo Xantumolo (XN), che è un un flavonoide dotato di numerose proprietà benefiche e antiangiogeniche.

Cos’è l’angiogenesi. Si parla di proprietà antiangiogeniche quanto un agente, come in questo caso lo Xantumolo, è in grado di bloccare lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni vicino ai tumori impedendo loro, di fatto, di trovare nutrimento e di crescere. Insomma, i ricercatori hanno scoperto che lo Xantumolo è in grado di far ‘morire di fame’ la malattia, impedendole di diffondersi e quindi contrastandola.

Lo studio italiano. Gli esperti ci spiegano che la strategia terapeutica che contrasta l’angiogenesi è ad oggi una delle più diffuse per combattere il cancro ed è spesso affiancata alla chemioterapia, per questo la scoperta delle proprietà dello Xantumolo è così importante. Attualmente, ci informano, “due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un’attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN” e sono a bassa tossicità: “possiedono una capacità di riduzione dell’angiogenesi dell’80% in test sperimentali e sono risultati particolarmente efficaci nell’interferire con funzioni chiave della cellula endoteliale (struttura di base cellulare che costituisce i vasi sanguigni tumorali), quali la proliferazione, l’adesione, la migrazione, l’invasione e la formazione di strutture simil-capillari”.

I ricercatori. Gli scienziati dell’Università di Pisa hanno lavorato in stretta collaborazione con il gruppo della dottoressa Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e del professor Douglas Noonan, dell’Università dell’Insubria di Varese, e insieme hanno pubblicato i loro risultati all’interno di uno studio disponibile sulla rivista “European Journal of Medicinal Chemistry”.

Di Zeina Ayache

Fonte:scienze.fanpage.it 

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