Italia, è il momento della ricostruzione: 4 miliardi di euro fino al 2046

Terremoto, ma non solo: è in fase di partenza il progetto di “Italiasicura”, il piano del Governo pensato per superare le emergenze legate ai grandi rischi naturali, che ancora in queste settimane stanno provocando danni e disagi in tutto lo Stivale. Sul piatto ci sono 4 miliardi di euro all’anno fino al 2046, che dovrebbero trasformare il nostro Paese e, soprattutto, la nostra edilizia.
Una vera e propria rivoluzione nell’edilizia nelle aree a rischio sismico, ma anche cantieri contro frane e alluvioni e, più in generale, per la prevenzione dai grandi rischi naturali. È questo il piano cui sta lavorando il Governo, di cui dovrebbe occuparsi un nuovo dipartimento chiamato proprio “Casa Italia”, che nelle intenzioni del premier Matteo Renzi sarà una struttura tecnica che dovrà andare “oltre tutti i governi, deve mettere ordine tra i dati, anche quelli del passato in modo sinergico. Giocare insieme e fare di questo tema un tema politico è la scommessa di questo post terremoto”.
Il piano del Governo. Ne è convinto anche Erasmo D’Angelis, capo di Italiasicura, che spiega come Casa Italia non sia uno slogan “ma un cambiamento radicale per tutto lo Stato. Dall’attesa passiva della prossima scossa o della prossima alluvione, passiamo alla prevenzione strutturale con una reazione di difesa e un progetto di lunga durata. Casa Italia è pensata per durare oltre i governi, con investimenti in grado di mobilitare, già con questa legge di bilancio, risorse per 4-5 miliardi di euro l’anno. Non c’è la bacchetta magica ma ci saranno anni di cantieri e incentivi fiscali, bonus anche condominiali per rafforzare, ricostruire o rottamare almeno 6 milioni di edifici pubblici e privati, in zone sismiche”.
I dettagli degli interventi. È ancora De Angelis a spiegare meglio la strategia del Governo: le risorse a disposizione “rimborseranno fino all’85% dell’investimento di un intero condominio, per aumentare la sicurezza da un terremoto e mettono fine a ogni alibi”. Dal punto di vista operativo, invece, sono state individuate quattro aree di azione, che prevedono di completare già entro gennaio il “rating di rischio”, un indicatore unico per ogni singolo immobile, pubblico e privato, dettagliato per ogni Comune con la conoscenza del livello di pericolosità sismica, idrogeologica, vulcanica, e di quante persone vivono in questi edifici e aree.
Rimettere in funzione i cantieri. L’Italia vuole dunque smettere di chiudere cinicamente gli occhi sulla sicurezza del proprio territorio, e dunque spinge il piede sull’accelerazione e sui cantieri, legati non solo alla ricostruzione, ma anche alla riconversione dell’esistente e alla prevenzione del dissesto idrogeologico. Questo si traduce, dunque, in grandi attese anche per il mondo dell’edilizia e delle imprese che operano in questo settore, che possono scaldare i motori per mettere a servizio del Paese (e del business) le proprie opere. Tempo di attivarsi anche per le aziende che offrono servizi a supporto delle costruzioni, come Giffi Market, specializzata proprio nella vendita online di attrezzature per il lavoro nei cantieri: tra i pezzi forti del portale, l’ampia scelta per quel che riguarda le betoniere con prezzi competitivi e prodotti affidabili e di qualità.
Gli altri investimenti all’orizzonte. Ma a creare interesse sono anche gli altri annunci sugli investimenti pubblici che arrivano da Palazzo Chigi, come i 120 progetti per la riqualificazione delle periferie, che valgono in tutto 2,1 miliardi di euro, gran parte dei quali (1,6 miliardi) di diretta emanazione del fondo sviluppo e coesione. Capitolo sostanzioso anche sul versante delle infrastrutture, che si completa con i piani di rilancio di Fs e Anas, oltre che dei piani strategici dei porti e degli aeroporti: in complesso, secondo il Governo, ci sono ben 10 miliardi di euro. Sintetizzando tutte le opere e gli annunci, si dovrebbe raggiungere la cifra “record” di 12 miliardi in tre anni, scaglionati in 2 miliardi nel 2017, 4 miliardi nel 2018 e 6 miliardi nel 2019.
Angelo Vargiu