5 per mille 2015: alcune cose da sapere
Tutti gli anni i contribuenti, cioè coloro che hanno un reddito (in particolare un reddito da lavoro dipendente, un reddito da lavoro autonomo, un reddito fondiario, un reddito di capitale, un reddito di impresa e un reddito diverso) pagano l’Irpef (acronimo di Imposta sul reddito delle persone fisiche).
La Legge finanziaria 266 del 2005 ha previsto dall’anno 2006 la possibilità per i contribuenti di attribuire una quota dell’Irpef, e cioè il 5×1000, ad Enti, Associazioni laiche, Onlus e Istituti di Ricerca che svolgono attività di interesse sociale.
La Legge finanziaria del 2014 ha previsto che per l’anno 2015 gli Enti e le Associazioni che potranno beneficiare del 5 per 1000 sono: 1) gli Enti e/o le Associazioni che svolgono attività di volontariato; 2) gli Enti e/o le Associazioni che svolgono attività di ricerca scientifica e universitaria; 3) gli Enti e/o le Associazioni che svolgono attività di ricerca sanitaria; 4) le Associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni e che svolgano una rilevante attività di interesse scientifico; 5) Enti e/o le Associazioni che svolgono attività sociali nel comune di residenza del contribuente.
Gli Enti che rientrano in una delle categorie indicate, per poter accedere al finanziamento del 5 per mille, dovevano inoltrare la domanda di richiesta entro il 7 maggio 2015 all’Agenzia delle Entrate. Il 14 maggio l’Agenza delle Entrate ha provveduto a pubblicare sul suo sito istituzionale l’elenco di tutti gli Enti ammessi al beneficio del 5 per mille, concedendo il termine del 20 maggio per inoltrare le domande volte alla correzione di errori. L’elenco definitivo e privo di errori è consultabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate a partire dal 25 maggio.
Attribuire la quota del 5 per mille all’Ente prescelto non comporta alcun onere, spesa o tassa aggiuntiva per il contribuente ed è per giunta un’operazione molto facile. Vediamo come si fa. Nel modello della dichiarazione dei redditi, sia esso il 730, il Modello Unico o il CUD, vi sono delle apposite caselle che il contribuente dovrà compilare inserendo il nome dell’Ente prescelto, il codice fiscale dell’Ente, reperibile nell’elenco ufficiale pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, e la sua firma.
Il Modulo compilato o l’ultima pagina del CUD dovrà essere inviato in una busta sulla quale il contribuente dovrete apporre il nome, cognome, codice fiscale e la dicitura “Scelta per la destinazione del 5 per mille dell’Irpef”. La busta va consegnata o presso un Ufficio postale (la spedizione è gratuita) o presso un commercialista, un patronato o un sindacato che provvederà all’inoltro del modulo.
Molto spesso, nell’immaginario comune, si crede che la devoluzione del 5 per mille escluda a priori quella dell’8 per mille. In realtà non è assolutamente così: infatti, il contribuente può scegliere sia di devolvere il 5 per mille che l’8 per mille, in quanto sono due strumenti di finanziamento differenti.
Come già detto, il 5 per mille può essere devoluto a Enti che svolgono attività di rilevante interesse sociale, come ad esempio la associazione La Lega del Filo d’Oro
Come già detto, gli Enti che svolgono attività di rilevante interesse sociale come ad esempio, La Lega del Filo d’Oro, una onlus che aiuta i sordociechi, possono beneficiare del 5×1000. L’8×100 invece, può essere devoluto allo Stato, alla Chiesa Cattolica, alla Chiesa Valdese, ai Luterani, alla Comunità Ebraica, alle Chiese Avventiste, alle Assemblee di Dio, alla Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa, alla Chiesa Apostolica in Italia, all’Unione Buddhista Italiana, all’Unione Induista Italiana, all’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia.
Di L.P.
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