Costumi da bagno fotovoltaici

Sistemi fotovoltaici da indossare: comodi, pratici e soprattutto green. E’ questa una idea eco sostenibile per tutti coloro che amano crogiolarsi al sole leggendo un buon libro oppure ascoltando musica. Parliamo infatti di costumi da bagno fotovoltaici, realizzati per la prima volta nel 2007 dalla tedesca Triumph.

L’invenzione vuole essere un segnale nella direzione dell’attenzione alle tematiche eco sostenibili e ambientali, tanto non solo da abbracciare la causa in senso figurato ma da indossarla veramente.

Lo spunto veniva dall’abitudine di tante ragazze di ascoltare la musica dell’iPod o del proprio lettore mp3 mentre si rilassavano sotto il sole e dalla connessa necessità di trovare una fonte di energia in grado di garantire durata alla carica delle batterie del riproduttore musicale.
Il primo costume da bagno fotovoltaico venne realizzato con la collaborazione della società tedesca Conergy, produttrice di moduli fotovoltaici, che ha offerto a Thriumph, nota azienda di lingerie, le conoscenze scientifiche e tecniche necessarie per realizzare il prodotto.

IMMAGINE 1 costume fotovoltaico

Il risultato é stato un costume a pezzo unico dall’aspetto sicuramente high tech, dal look elegante dotato di 200 celle fotovoltaiche in grado di produrre energia elettrica pari a 400 Watt che veniva erogata grazie una specifica porta USB che poteva essere collegata allo smartphone o a lettore mp3.
Molto più indossabile, e se vogliamo anche aggressivo, é il bikini sviluppato negli Stati Uniti quattro anni dopo su progetto del designer Andrew Schneider denominato “Solar Bikini”.

Con un aspetto metallizzato, il Solar Bikini venne realizzato con un rivestimento in una pellicola di silicio cui erano cucite, rigorosamente a mano, delle piccole celle fotovoltaiche in grado di produrre energia elettrica pari a 500 Watt, il 20% in più rispetto al costume di Thriumph. A sua volta l’energia prodotta veniva erogata per mezzo di una apposita porta USB.

IMMAGINE 2 costume fotovoltaico

Tuttavia entrambi i modelli hanno un limite comune: non sono utilizzabili in acqua. E questo, unito al prezzo elevato sono i due elementi che non hanno permesso a questo tipo di indumento di ottenere il dovuto successo. La realizzazione degli stessi infatti é poco industrializzabile e deve essere eseguita a mano da esperte sarte. Opera questa che se da un lato denota la qualità e l’attenzione posta nel prodotto, dall’altro aumenta i costi rendendolo un prodotto destinato a un mercato di nicchia.
E proprio il fatto di non riuscire a produrlo su larga scala limitando quindi i margini di guadagno ottenibili, ha poi bloccato gli investimenti nella ricerca, di per sé possibile, per rendere il costume da bagno fotovoltaico water resistent e dunque indossabile anche in acqua.
Di Daniela Di Pietro

Articolo realizzato da http://www.pvcompare.net/

 

 

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