Il simbolismo del serpente nei culti dei Cananei e nella “Genesi” degli Ebrei
La fonte storica più importante per conoscere la Storia degli Ebrei è la Bibbia. Secondo le conoscenze attuali, la Bibbia è un insieme di testi, ricompilati a partire dal XIII secolo a.C.
La Storia degli Ebrei risale tradizionalmente ad Abramo, che viveva ad Ur, in Mesopotamia, intorno al XIX secolo a.C.
Secondo la Bibbia Abramo ricevette da Dio l’ordine di andare in Palestina.
I successori di Abramo furono Isacco e Giacobbe, considerato il capostipite del popolo ebraico, infatti i suoi dodici figli guidarono le famose dodici tribù d’Israele.
Intorno al XVIII secolo a.C, gli Ebrei migrarono in Egitto in seguito ad una forte carestia. Dopo vari secoli di vita prospera l’etnia degli Ebrei fu perseguitata e, sotto la guida di Mosé, (XIII secolo a.C.), s’insediarono nuovamente in Palestina. Dopo un periodo di circa 200 anni durante il quale furono guidati da un gruppo di Giudici, iniziò il periodo classico della loro Storia, con i regni di Saul, David e Salomone.
Alla base della tradizione biblica sta il patto tra Dio, il cui nome ebraico è stato traslitterato in YHWH (dal verbo “essere”), e l’uomo, che, sempre secondo la tradizione, si verificò sul monte Sinai, quando vennero consegnate a Mosé le tavole della Legge, che furono poi conservate nell’Arca dell’Alleanza.
E’ riconosciuto dalla maggioranza degli storici ed epigrafisti che la Bibbia iniziò ad essere scritta intorno al X secolo a.C., con l’eccezione della Genesi, che potrebbe essere stata scritta qualche secolo prima (XIII secolo a.C.).
E’ interessante analizzare il perché nella Genesi fu utilizzato il simbolo del serpente come nemico di Dio, come entità tentatrice, da molti associato a “satana”, ovvero ad “un angelo che si è ribellato al Creatore e vuole giungere alla Conoscenza”.
Perché “satana” fu simboleggiato proprio dal serpente nella Genesi, e non da un altro animale?
Sembra che i cosiddetti scrittori jahvisti, ovvero adoratori di YHWH, inteso come “Assoluto Creatore del Cielo e della Terra”, abbiano attuato una scelta mirata nel scegliere il serpente come simbolo del male, ovvero come simbolo dell’ “antagonista di Dio”.
I due animali sacri nella cultura siro-cananea erano il toro e il serpente.
Il serpente, in particolare, era visto come un animale positivo, simbolo della vita (la sua pelle si rigenera indefinitamente). Esso vive negli anfratti e per questo richiama al concetto di utero e quindi di generazione della vita.
Il serpente è associato fin da tempi antichissimi alla Luna, in quanto anch’essa rinasce disfacendosi della sua ombra (da luna crescente a luna piena). Infine il serpente era visto come simbolo di saggezza, in quanto vive nell’inframondo e prevede l’avvenire.
Da notare che il serpente era un simbolo di saggezza e vita anche in molte altre culture pre-bibliche, come per esempio nelle culture dell’India dalle quali si originò il concetto di serpente attorcigliato su se stesso tre volte e mezza, (vedi mio articolo sulla Kundalini), e nelle culture americane, dove il serpente fa parte della Trinità andina ed è visto come entità positiva (vedi anche il mio articolo sul serpente bicefalo).
Tornando ai culti dei Cananei, bisogna sottolineare che il loro Dio principale, prima dell’arrivo degli Ebrei in Palestina, era Baal, Dio della fertilità, della vita, che era associato al serpente e a volte rappresentato come una divinità fallica.
Nella mitologia cananea Baal era figlio di El, il Creatore del mondo.
Dopo l’arrivo degli Ebrei in Palestina coesistettero i due Dei, da una parte Baal, adorato da secoli, il cui culto era radicato nel substrato dei Cananei, e dall’altra YHWH, che era stato introdotto dagli Ebrei.
Dal libro dei Giudici si evince che Gedeone (secolo XI a.C.) aveva distrutto un altare dedicato a Baal, e che quindi vi era una certa rivalità tra due fazioni.
La popolazione ebraica invece aveva assimilato i due Dei e aveva attuato un sincretismo tra essi.
Entrambi erano visti come generatori di vita, dispensatori di pioggia, e quindi propiziatori di fertilità. Però il culto per Baal era talmente radicato nella popolazione che molti lo adorarono fino al VII secolo a.C. Spesso fu rappresentato come toro, ma più frequentemente come serpente, quindi lunare ed eterno.
Il conflitto tra il culto per Baal e quello per YHWH continuò, come si evince dalle Cronache, quando Ezechia si oppose al baalismo.
Ed ecco che torniamo alla Genesi, che ha le sue origini in antichi miti dei Cananei, infatti vi troviamo l’albero della vita, con il serpente al suo fianco (generatore di vita). Però nella Genesi il ruolo del serpente è opposto rispetto ai miti cananei.
Cosa voleva indicare l’autore biblico?
Secondo alcuni studiosi il serpente è stato scelto con accuratezza proprio per sottolineare che ciò che produceva vita e fertilità in Canaan era fonte di instabilità e dissidio in Israele, che distanziava l’uomo dal vero e unico Dio, YHWH, ovvero dal concetto monoteista puro.
Dopo essere stato tentato dal serpente, che viene descritto come un semplice “animale”, nella Genesi, l’uomo viene scacciato dal Giardino e non ha più accesso ai simboli dell’albero della vita e della conoscenza. Viene introdotto così il concetto di “colpa” e Dio (YHWH), viene visto come trascendente, al di fuori della natura, ovvero: “causa prima”, “Assoluto”.
E’ stato lo scontro tra due diverse visioni del mondo: da una parte il mondo panteistico, dove Baal era parte della “natura”, rappresentava uno degli Dei, e propiziava la fertilità, e dall’altra il concetto nuovo del monoteismo, ovvero della “causa prima”.
Ecco che nella Genesi, il serpente è Baal, visto come il “male”, che offre all’uomo la conoscenza e la fertilità, ma viene punito da Dio, e trasformato in un semplice animale, ora simbolo del male, e non più della vita e della fertilità.
YURI LEVERATTO
Copyright 2013
Bibliografia: La Storia, biblioteca di Repubblica.
Web grafia: Fabio Brotto, Il serpente in Eden, una lettura storico-critica.
Fonte: http://www.yurileveratto.com/it/articolo.php?Id=357
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