Rischio aumento tumori femminili : il calore globale diventa un killer silenzioso

Rischio aumento tumori femminili: il riscaldamento globale minaccia la salute delle donne nel Nord Africa e Medio Oriente

Il rischio aumento tumori femminili non è più un mistero: il riscaldamento globale non solo minaccia per l’ambiente, ma sta diventando un pericolo nascosto per la salute delle donne nel Nord Africa e Medio Oriente. Uno studio dell’Università americana del Cairo , pubblicato su Frontiers in Public Health , ha svelato un legame inquietante tra temperature estreme e un aumento di tumori al seno, alle ovaie e al collo dell’utero. Ogni grado in più di calore in queste regioni potrebbe significare fino a 280 casi aggiuntivi ogni 100.000 donne. Non si tratta solo di onde di calore insopportabili: il calore estremo agisce come un veleno lento, alterando fattori biologici e sociali che imprigionano le donne in una vera e propria trappola. Nel Qatar, dove l’estate spesso supera i 50°C, gli specialisti hanno registrato un aumento del 20% di tumori ovarici negli ultimi vent’anni. Questo studio è un campanello d’allarme: se non si agisce, il clima potrebbe trasformarsi in una minaccia silenziosa, colpendo prima di tutto le donne più vulnerabili.

Il legame tra temperature estreme  e il rischio aumento tumori femminili: i dati dello studio  

Uno studio recente su Frontiers in Public Health ha svelato una verità sconvolgente: il calore estremo non è neutrale. I ricercatori hanno analizzato 17 Paesi del Nord Africa e Medio Oriente, scoprendo che per ogni grado di calore in più, i tumori femminili aumentano tra il 17% e il 28%. In zone come l’Arabia Saudita o la Siria, dove l’estate è un incubo di caldo soffocante, il fenomeno è particolarmente drammatico. Prendiamo il Qatar: lì, il caldo non è solo fastidioso, ma è diventato un fattore di rischio che spinge le donne verso neoplasie . Ma come accade? Il calore estremo è un killer multiplo. Innanzitutto, innalza la concentrazione di sostanze tossiche nell’aria, come i particolati del traffico e dell’industria, che si mescolano nello smog e penetrano nei polmoni. Queste sostanze agiscono come agenti invisibili che alterano il DNA, scatenando mutazioni. Poi, il caldo indebolisce il sistema immunitario, come se il corpo perdesse le difese più importanti. Senza linfociti sufficienti a contrastare le cellule anormali, le malattie avanzano impunemente. Ma il problema non è solo biologico. In Paesi come il Libano o l’Egitto, le donne sono intrappolate in una spirale: il caldo rende le infrastrutture mediche inaccessibili, le diagnosi si ritardano, e i tumori diventano letali. Questo studio non è un caso: è il riflesso di un mondo in cui clima e salute sono legati da un filo sempre più sottile.

Come il calore infligge colpi silenziosi al corpo  

Il calore non è solo fastidioso, è un avvelenamento lento che colpisce le cellule. Immaginatevi una stanza surriscaldata: il corpo umano, come quella stanza, soffre. Temperature elevate scatenano una guerra chimica all’interno: producono radicali liberi, molecole instabili che si attaccano al DNA, provocando mutazioni che possono diventare tumori. Questo è particolarmente pericoloso per organi come l’utero o le ovaie, dove le cellule si moltiplicano in continuazione. Ma il colpo più crudele arriva al sistema immunitario. Quando il corpo è in ipertermia, i linfociti — le guardie del corpo — si riducono, lasciando il campo libero a cellule cancerogene. Studi recenti hanno dimostrato che in periodi di caldo estremo , la capacità del corpo di combattere il cancro diminuisce del 30%. E c’è un’altra vittima: l’accesso alle cure. Durante le onde di calore, molti centri sanitari sono sovraccarichi, e le donne — spesso escluse dai servizi — non possono farsi visitare. Nel Libano, ad esempio, l’estate del 2022 ha visto un aumento del 15% di complicazioni prenatali, che spesso sono un preludio a problemi più gravi in futuro. È una spirale che il clima sta allungando, giorno dopo giorno.

La trappola sociale del caldo: povertà e genere  

Il riscaldamento globale non colpisce tutti allo stesso modo. Nel Nord Africa e Medio Oriente, le donne sono intrappolate in una rete di disuguaglianze e barriere che il caldo rende sempre più forti. Innanzitutto, le norme culturali nascondono spesso la salute. In Paesi come l’Arabia Saudita o l’Iran, l’istruzione e le informazioni mediche sono limitate, specialmente per le donne. Senza conoscere l’esistenza di screening per il cancro al seno, come potranno proteggersi? Poi c’è la povertà. In zone rurali dell’Egitto o del Kuwait, le cliniche sono lontane, i trattamenti costosi, e il caldo estremo rende impossibile spostarsi. E il clima non fa che peggiorare la situazione. Il caldo aumenta lo smog, che inquinando l’aria, diventa un veleno invisibile per i polmoni e il sistema immunitario. Nel Kuwait, lo smog associato alle onde di calore è collegato a un aumento del 30% di tumori al seno negli ultimi dieci anni. C’è anche un nemico silenzioso: le malattie virali. Il virus HPV, che causa tumori al collo dell’utero, si diffonde più velocemente in condizioni climatiche estreme. E poi c’è lo stress metabolico: il corpo, in ipertermia, cerca di raffreddarsi, ma questo consuma energie che il corpo avrebbe dovuto usare per combattere le malattie. Senza politiche che uniscano salute e sostenibilità, il clima diventerà una minaccia sempre più forte, e le donne saranno le prime a pagare il prezzo.

 Il caldo e la maternità: una doppia sfida  

Per le donne in gravidanza, il calore non è solo un fastidio: è una minaccia. Il corpo in fase di gravidanza è già sotto stress metabolico, e il caldo lo mette a dura prova. Nel Libano, durante l’estate del 2022, le complicazioni prenatali sono salite del 15%, spesso associate a rischi di tumori in età adulta. Ma l’incubo non finisce qui. Le infrastrutture sanitarie sono spesso inadeguate: negli Stati poveri, i centri oncologici sono pochi e i trattamenti costosi. Le donne sono costrette a scegliere tra il caldo insopportabile e l’assenza di cure. E la discriminazione sociale non aiuta: in molti Paesi, le donne sono tenute all’oscuro di informazioni vitali sulla salute, come i screening preventivi. Questo è come ignorare un pericolo evidente. Senza politiche che uniscano diritti di genere e salute ambientale, il caldo diventerà un killer che colpisce due volte: prima con il clima, poi con la disuguaglianza.

Conclusione

Il riscaldamento globale non è solo una questione di temperature, ma una guerra che si combatte sul fronte della salute. Studi come quello dell’Università americana del Cairo dimostrano che il calore è diventato un fattore di rischio biologico e sociale che colpisce le donne con violenza particolare. Per contrastarlo, serve più che ridurre le emissioni: bisogna investire in cure accessibili, educare le donne, e unire l’ambiente e la salute in una sola battaglia. Altrimenti, il Nord Africa e il Medio Oriente potrebbero diventare i teatri di una crisi che già sta avendo luogo, ma che pochi hanno previsto.

Redazione

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