Origine del virus SARS-CoV-2 : lo studio che incolpa il commercio illegale di animali selvatici

La questione dell’origine del virus SARS-CoV-2 continua a incuriosire studiosi e semplici osservatori. A distanza di anni, uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell sembra aver fatto un passo avanti verso una risposta definitiva. Secondo i ricercatori dell’Università della California a San Diego, il virus non sarebbe sfuggito da un laboratorio né migrato autonomamente grazie ai pipistrelli. La verità è probabilmente meno fantasiosa, ma altrettanto preoccupante: è stato trasportato direttamente dagli esseri umani, attraverso il commercio illegale di animali selvatici .
Un sistema poco controllato e spesso crudele, che permette specie come zibetti e cani procioni di finire nei mercati vivi, dove il contatto ravvicinato tra uomo e animale crea le condizioni ideali per nuove infezioni. Lo studio si concentra sui sarbecovirus , una sottocategoria dei coronavirus che include sia il SARS-CoV-1 che il SARS-CoV-2 , analizzando come il traffico illegale di fauna esotica abbia giocato un ruolo cruciale nel salto interspecie e nella trasmissione zoonotica .
Le origini evolutive del virus SARS-CoV-2
Per capire davvero dove nasce il virus SARS-CoV-2 , bisogna scavare molto indietro nel tempo – non di pochi anni, ma di millenni. I ricercatori hanno analizzato il patrimonio genetico del virus, confrontandolo con quello del SARS-CoV-1 , apparso per la prima volta nel 2002. Entrambi appartengono alla famiglia dei sarbecovirus , capaci di infettare gli esseri umani dopo essere passati attraverso altri ospiti.
Il team della UC San Diego ha affrontato uno dei maggiori ostacoli nello studio del virus: la ricombinazione genetica. Questo processo complesso avviene quando due virus infettano lo stesso ospite e si scambiano parti del loro materiale genetico, creando varianti ibride difficili da tracciare. Per aggirare il problema, i ricercatori hanno eliminato dal dataset ogni porzione influenzata da questa mescolanza, concentrandosi solo sulle sequenze “pulite”, quelle che mantenevano una continuità storica.
Quel lavoro ha permesso di ricostruire una sorta di albero genealogico affidabile. E cosa hanno scoperto? Che i progenitori del virus SARS-CoV-2 circolavano già migliaia di anni fa tra Cina occidentale e sud-est asiatico , quasi sempre dentro ai pipistrelli ferro di cavallo . Ma se questi animali non migrano mai per grandi distanze, come mai il virus è arrivato fino a Wuhan ?
Secondo lo studio, la risposta sta proprio nel commercio illegale di animali selvatici . Pipistrelli, zibetti e cani procioni vengono catturati, trasportati e venduti in mercati caotici, senza alcun controllo sanitario. Lì, il virus ha modo di saltare da una specie all’altra, mutare, adattarsi e diffondersi rapidamente.
Come il virus ha viaggiato fino a Wuhan
Capire dove il virus viveva prima di diventare pericoloso per l’uomo è importante, ma non basta. Ancora più cruciale è comprendere come ci è arrivato. Qui entra in gioco il ruolo degli ospiti intermedi. I pipistrelli sono il serbatoio naturale del virus SARS-CoV-2 , ma non bastano da soli a spiegare la sua rapida diffusione globale.
Il SARS-CoV-2 aveva bisogno di un mezzo di trasporto, qualcosa in grado di portarlo da aree remote alle città. Ed ecco che zibetti e cani procioni, frequentemente venduti nei mercati asiatici, diventano protagonisti involontari di questo processo. Una volta infettati, questi animali diventano depositi mobili di virus, pronti a espellerlo nell’ambiente circostante.
I mercati vivi, affollati e poco igienici, rappresentano l’ambiente perfetto. Uomini e animali si incontrano in spazi angusti, dove il contagio può avvenire facilmente. Il risultato? Un virus SARS-CoV-2 che si evolve rapidamente, si adatta meglio all’ospite umano e riesce a fare quel fatidico salto.
Non è un caso isolato. È un meccanismo che si ripete ogni volta che si rompe l’equilibrio tra natura e attività umana. Il problema non è tanto il virus in sé, quanto il sistema che gli consente di muoversi così velocemente.
Il ruolo della ricombinazione genetica nello sviluppo del virus
Uno dei maggiori ostacoli per comprendere l’origine del virus SARS-CoV-2 è rappresentato dalla ricombinazione genetica. Quando due virus infettano lo stesso ospite, possono mescolare il loro materiale genetico, creando nuove varianti difficili da tracciare. Questo rende estremamente complicato ricostruire una storia lineare del virus.
I ricercatori hanno superato l’ostacolo eliminando dallo studio tutte le porzioni del genoma influenzate da questa miscelazione. Si sono concentrati solo su quelle parti stabili, che mantenevano una continuità storica nel tempo. Grazie a questa strategia, hanno potuto osservare che i progenitori del virus SARS-CoV-2 erano presenti da millenni nelle popolazioni di pipistrelli asiatici .
Ma quegli animali non volano certo per migliaia di chilometri. Allora com’è possibile che il virus sia comparso a Wuhan e in altre aree remote? La risposta appare sempre più evidente: qualcuno o qualcosa lo ha trasportato. E quel qualcuno è il commercio illegale di fauna selvatica .
Questo modello non spiega solo l’emergere del SARS-CoV-2 , ma apre una finestra preziosa per comprendere come si sviluppano i virus emergenti. E soprattutto, come evitarne la diffusione in futuro.
Analisi genetica e ricostruzione storica del virus
Grazie a tecniche avanzate di analisi del genoma, i ricercatori hanno potuto seguire il percorso del virus SARS-CoV-2 nel tempo. Eliminando ogni traccia di ricombinazione, hanno isolato solo le sequenze genetiche autentiche, quelle che non avevano subito contaminazioni esterne.
Così facendo, hanno notato che i precursori del SARS-CoV-2 circolavano stabilmente da secoli, forse millenni, tra pipistrelli della Cina occidentale e del sud-est asiatico . Ma non si spostavano da soli. Qualcosa li ha trasportati.
I dati parlano chiaro: il virus era presente in Laos ben cinque anni prima che facesse la sua comparsa a Wuhan . Lo stesso schema si era verificato durante l’epidemia del 2002 con il SARS-CoV-1 . Oggi però abbiamo strumenti tecnologici molto più precisi, che ci permettono di ricostruire con maggiore accuratezza l’evoluzione dei virus.
Questo tipo di ricerca non è solo scientificamente interessante: è fondamentale per anticipare futuri eventi pandemici. Comprendere come nascono e si diffondono i virus ci aiuta a intervenire prima che accada il peggio.
Conclusione
L’origine del virus SARS-CoV-2 rimane oggetto di dibattito, ma lo studio pubblicato su Cell offre una traccia precisa e plausibile. Secondo i ricercatori, il responsabile principale della diffusione del virus non è né il pipistrello né un laboratorio, ma il commercio illegale di animali selvatici .
Una catena oscura, poco regolamentata, che mette in contatto specie diverse – e con esse, virus che non dovrebbero mai incontrarsi. Il risultato è un cocktail esplosivo, in grado di generare nuove minacce pandemiche.
I pipistrelli ferro di cavallo restano il serbatoio naturale, ma non sono colpevoli di nulla. Siamo noi, con le nostre azioni, a creare le condizioni perché questi virus possano sfuggire al loro habitat originario. Per fermare il prossimo virus emergente, dobbiamo imparare a gestire meglio il rapporto con la fauna selvatica.
Investire in monitoraggio epidemiologico, regolare il commercio illegale di animali selvatici e aumentare i controlli sanitari nei mercati vivi è il primo passo verso una prevenzione efficace. Altrimenti, il prossimo virus potrebbe già essere in viaggio.
Redazione
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