Cani come figli: il nuovo volto della famiglia moderna secondo la scienza

Negli ultimi anni, sempre più coppie scelgono di non avere figli, preferendo invece adottare un cane e considerarlo un vero membro della famiglia. Questo comportamento, sempre più diffuso, solleva interrogativi profondi: i cani stanno davvero sostituendo i figli? E cosa spinge le persone a legarsi così intensamente agli animali da rinunciare alla genitorialità?

Uno studio condotto dalla professoressa Enikő Kubinyi dell’Università Eötvös Loránd ha analizzato il fenomeno, rivelando che le cause sono molto più complesse di quanto si possa immaginare. La crescita del cosiddetto “pet parenting” riflette un profondo cambiamento culturale, dove il legame con gli animali diventa una risposta concreta a bisogni emotivi e solitudine. In questo articolo esploriamo i risultati dello studio, offrendo uno sguardo sulle nuove dinamiche familiari in un’epoca segnata da un basso tasso di natalità e da relazioni sociali sempre più fragili.

La nuova genitorialità: quando i cani sostituiscono i figli

Nel cuore delle famiglie moderne si sta facendo largo una tendenza sorprendente: i cani non sono più solo animali da compagnia, ma veri e propri sostituti dei figli. In alcune nazioni, il numero di cani supera quello dei bambini, segno tangibile di un cambiamento profondo nei modelli familiari.

Secondo la professoressa Kubinyi, non è solo una questione di scelta o di comodità, ma il riflesso di un vuoto sociale ed emotivo che molte persone cercano di colmare attraverso il rapporto con un animale. I cani offrono affetto, stabilità e presenza costante, qualità sempre più difficili da trovare nelle relazioni umane. Questo spiega perché sempre più giovani adulti e coppie senza figli scelgano un cane come compagno di vita e, in molti casi, come “figlio simbolico”.

In un sondaggio recente, il 19% delle persone senza figli e il 10% dei genitori ha dichiarato di amare il proprio cane più di qualsiasi essere umano. È un dato che lascia riflettere, perché evidenzia come l’affettività verso gli animali stia progressivamente occupando spazi che prima erano riservati solo ai legami familiari umani.

Pet parenting e fertilità: una connessione controversa

Il dibattito scientifico è tutt’altro che chiuso. Alcuni studi suggeriscono che possedere un cane possa ridurre la propensione alla maternità, ma altri ricerche – tra cui quella della Kubinyi – ribaltano questa visione. Secondo la studiosa, i cani potrebbero addirittura stimolare la fertilità.

In molte famiglie con figli è presente almeno un cane. E per alcune coppie, il cane rappresenta una sorta di “bambino di prova”, un primo passo verso la genitorialità. Inoltre, avere un cane può aumentare le interazioni sociali e persino rendere più attraenti agli occhi di potenziali partner, aprendo la strada a nuove relazioni e a un possibile progetto familiare futuro.

In questo contesto, i cani non rappresentano necessariamente una fuga dalla maternità, ma una fase di transizione o un catalizzatore verso essa.

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Solitudine e istinto di cura: perché ci leghiamo ai cani

Alla base del fenomeno “cani come figli” non ci sono solo ragioni pratiche o culturali. C’è un bisogno profondo di connessione, di accudimento e di appartenenza che, in molti casi, non trova risposte nelle relazioni umane. Secondo Kubinyi, l’evoluzione del rapporto uomo-cane ha radici profonde nella nostra biologia emotiva.

La studiosa ha proposto la cosiddetta “teoria della fuga dell’animale da compagnia”: quando i legami umani diventano fragili o insoddisfacenti, le persone deviano i propri istinti di cura verso gli animali domestici. Questo spiega perché, oggi, i cani vengano coccolati, vestiti, portati in vacanza e trattati come bambini, con tutto l’investimento emotivo che ne consegue.

L’evoluzione fisica dei cani e la risposta emotiva umana

Non è un caso se molti cani moderni presentano tratti morfologici simili a quelli dei neonati umani, come il muso corto, gli occhi grandi e il naso piccolo. Queste caratteristiche stimolano risposte di cura innate, attivando gli stessi meccanismi affettivi che si attivano davanti a un bambino.

Questo processo, conosciuto anche come “neotenia”, contribuisce a rafforzare il legame affettivo tra uomo e cane, rendendo più probabile che l’animale venga percepito come un figlio a tutti gli effetti. Il fenomeno non è solo psicologico, ma anche culturale e commerciale, se si considerano i numerosi prodotti e servizi dedicati ai “pet parents”.

Conclusione

I cani come figli non sono una moda passeggera, ma il sintomo di un profondo cambiamento nei legami sociali e familiari. La crescita del pet parenting riflette nuove necessità affettive, un bisogno di compagnia e connessione emotiva che la società moderna fatica a soddisfare.

La ricerca della professoressa Kubinyi ci mostra che i cani non stanno sostituendo i bambini, ma stanno colmando un vuoto che va affrontato anche a livello sociale. Rafforzare il supporto alle famiglie, combattere l’isolamento e favorire relazioni umane più solide potrebbe essere la chiave per riequilibrare questo rapporto tra esseri umani e animali. Intanto, i cani continuano a occupare un posto sempre più centrale nei cuori delle persone. Fonte: Sage Journals

Redazione

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